(Teleborsa) – L’attività industriale cinese è rallentata anche a maggio, anche se a un tasso inferiore al mese precedente. I lockdown per il coronavirus in grandi città come Pechino e Shangai hanno continuato a pesare sulle attività delle fabbriche e hanno trascinato al ribasso anche l’output delle altre grandi economie della regione, già sotto pressione per l’aumento dei costi delle materie prime. I produttori hanno rallentato l’attività il mese scorso in Giappone, Taiwan e Malesia, secondo i dati Purchasing Managers Index (PMI) pubblicati oggi.
Secondo il sondaggio mensile di Caixin/Markit, il PMI manifaturiero cinese si è attestato a 48,1 punti a maggio, in leggero miglioramento rispetto al 46 punti del mese precedente ma rimanendo al di sotto della soglia di 50 punti che separa la contrazione dall’espansione. “I focolai di Covid in diverse regioni della Cina hanno continuato a pesare sull’economia. Ma il tasso di contrazione nel settore manifatturiero è stato inferiore rispetto al mese precedente – ha commentato Wang Zhe, economista senior presso Caixin Insight Group – Sia l’offerta che la domanda nel settore manifatturiero si sono ulteriormente contratte. Poiché l’ultima ondata di focolai non si è placata, sia l’offerta che la domanda sul mercato devono ancora migliorare”.
L’indice PMI manifatturiero giapponese Jibun Bank, pubblicato da S&P Global, indica un valore di 53,3 punti, in leggero calo rispetto ai 53,5 punti di aprile. L’indicatore si mantiene comunque sopra la soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita economica.
“Le interruzioni sono state esacerbate dalle rinnovate restrizioni in tutta la Cina e hanno contribuito a un ulteriore forte allungamento dei tempi di consegna dei fornitori – ha detto Usamah Bhatti, economista presso S&P Global Market Intelligence – Il deterioramento della performance dei fornitori è stato il più rapido dallo scorso ottobre e nel complesso robusto. Le aziende hanno citato le difficoltà nell’approvvigionamento e nella ricezione delle materie prime come un fattore chiave alla base di una forte espansione delle scorte di sicurezza”.
Anche l’attività delle fabbriche nelle Filippine è rallentata a 54,1 punti a maggio da 54,3 ad aprile, mentre quella per la Malesia è scesa a 50,1 punti da 51,6 di aprile. L’attività manifatturiera di Taiwan si è attestata a 50 punti a maggio, in calo da 51,7 di aprile.