(Teleborsa) – Sebbene il progress delle acquisizioni sia positivo l’Italia non riuscirà a coprire il gas russo al 100% prima dell’inverno 2024-25. È quanto ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, parlando alla convention di Forza Italia a Napoli.
“Il problema dei volumi – ha detto Descalzi – è positivo, in progress, ma non riusciamo a coprirli per l’inverno ’22-23 se non al 50%, incominciando da ottobre-novembre. Nello stesso periodo dovremo riempire gli stoccaggi e senza il gas russo è estremamente difficile. Escludendo il gas russo riusciremo a coprire l’80% dei fabbisogni nell’inverno del 23-24 e il 100% nell’inverno 24-25. Dobbiamo fare ancora di più in termini di rinnovabili e devono crescere molto di più di quanto stanno facendo adesso, e deve crescere il gas nazionale. Parlando di energia e vendendo la situazione non dobbiamo stare tranquilli, c’è un problema di volumi e di prezzi – ha proseguito Descalzi –. L’Italia importa il 90% della sua energia, parlo di gas e petrolio. Il gas russo sta continuando e non sappiamo per quanto continuerà e questo ha creato problemi sui prezzi già cresciuti notevolmente prima della guerra e prima delle avvisaglie perché negli ultimi 8 anni c’è stato il 40-45% in meno di investimenti dal momento che paesi come la Cina hanno iniziato ad aumentare il consumo di gas. Si è creata una domanda forte e pochi investimenti e un’offerta debole. Problema accentuato dalla guerra in Ucraina che può far mancare il gas russo. Noi – ha spiegato Descalzi – ci siamo mossi non tanto da altri fornitori ma sulle nostre riserve che Eni ha in tutti i paesi nordafricani e africani o mediorientali. Sono nostre produzioni via tubo, via Algeria e Libia e poi gas naturale liquefatto in Egitto. Ora cerchiamo di reindirizzare queste produzioni”.
Interpellato sulla necessità di un tetto al prezzo del gas in Europa Descalzi si è detto favorevole. “Penso sia una cosa che vada fatta e se non mettiamo un tetto a livello europeo – ha spiegato l’ad di Eni – diamo spazio alle speculazioni perchè adesso il gas non manca, ci sono tutte le fonti attive e nonostante questo ci sono dei prezzi che non sono assolutamente giustificati dai volumi che sono presenti. Noi siamo favorevoli – ha detto – al fatto che ci sia un prezzo e al fatto che i guadagni che fanno i produttori che sono tutti al di fuori dell’Europa siano guadagni ragionevoli, perché il divario tra costi di produzione e il prezzo dell’hub europeo a cui si vende il gas che è veramente nei fatti non giustificabile. So che il tema viene discusso in Europa ma non tutti sono d’accordo. I paesi nordeuropei non vogliono il tetto. chi ha un mix energetico come il nostro soffre ma non è una sofferenza ben distribuita. Penso che con un po’ più di solidarietà e comprensione in Europa, sia un accordo che deve essere assolutamente raggiunto”.