(Teleborsa) – Continua il rafforzamento del rublo, che beneficia del fatto che numerose società straniere stiano soddisfacendo la richiesta di Vladimir Putin di iniziare a pagare nella valuta russa per le forniture di gas naturale (, ad esempio, tre giorni fa ha aperto conti in rublo e in euro presso Gazprom Bank). Il rublo, secondo dati della borsa di Mosca, scambia a quota 60,8 sull’euro alle 13:30 ora italiana, dopo essere salito fino a quota 59 a inizio mattinata, ovvero ai massimi negli ultimi sette anni. Anche se la valuta si è indebolita poi nel corso della seduta, tratta comunque ai massimi degli ultimi cinque anni.
Il rublo sembra essersi quindi messo alle spalle la debolezza di inizio conflitto, quando era arrivato a toccare quota 140 a causa delle sanzioni occidentali (in particolare l’esclusione dal circuito Swift di alcune istituzioni finanziarie e il congelamento di circa 600 miliardi di euro di riserve russe all’estero).
Sul rally del rublo pesano alcuni fattori, come i controlli sui capitali da parte della banca centrale di Mosca, il crollo delle importazioni a causa delle sanzioni e l’aumento dei prezzi dell’energia. Inoltre, il valore del rublo è sostenuto dalla conversione obbligatoria imposta sugli introiti derivati dalle esportazioni, per cui tutte le aziende russe che commerciano con l’estero sono costrette a convertire i pagamenti ricevuti in valuta estera in rubli.