(Teleborsa) – Si è conclusa oggi a Copenhagen la riunione dei ministri dell’Ambiente per fare il punto sull’attuazione degli impegni per il clima presi alla Cop26 di Glasgow nel novembre scorso e per preparare la prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh in Egitto, dal 7 al 18 novembre 2022, a sei mesi di distanza quindi dai due appuntamenti. L’obiettivo della riunione – si legge in una nota lettera aperta del presidente della Cop26, il britanico Alok Sharma, e da quello della Cop27, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, pubblicata dall’Onu – era quello di “dare seguito e accelerare l’attuazione degli impegni in questo decennio critico. Sappiamo tutti che è necessario fare molto di più per garantire di mantenere a portata di mano 1,5°C, proteggere i più vulnerabili e garantire che i flussi finanziari raggiungano la scala necessaria. Ma sappiamo anche che è possibile arrivarci se agiamo rapidamente e agiamo insieme”.
Al meeting hanno partecipato una quarantina di delegazioni da diversi Paesi, principalmente occidentali, in cui è spiccata l’assenza di Brasile e India, mentre la Russia non è stata invitata. Per l’Italia ha partecipato l’ambasciatore Alessandro Modiano, inviato speciale per il clima. I temi discussi nella due giorni di Copenhagen sono stati quelli dell’adattamento ai cambiamenti climatici, della mitigazione degli effetti, della riduzione delle emissioni e della finanza climatica. “L’obiettivo era soprattutto mantenere alta l’attenzione dei governi sugli impegni presi alla Cop26. Si è parlato di come raggiungere l’obiettivo del Fondo da 100 miliardi all’anno per la decarbonizzazione dei paesi più poveri”, ha spiegato Modiano all’ANSA, un fondo che fa parte dell’Accordo di Parigi approvato nel 2016 ma che non ha mai trovato attuazione.
Sullo sfondo la guerra in Ucraina e le conseguenze del conflitto sul percorso di decarbonizzazione delle economie. Per Modiano “c’è una spinta a trovare nuove fonti di approvvigionamento di gas, ma anche una spinta ad accelerare sulle rinnovabili. La guerra porta a una transizione ecologica più rapida”. Più pessimista prima dell’incontro era stato l’inviato per il clima degli Stati Uniti che in un’intervista al Guardian aveva affermato che la guerra ha riportato indietro alcuni paesi negli sforzi per abbattere le emissioni minacciando di spingere il mondo fuori rotta per il raggiungimento degli obiettivi climatici.
L’incontro di Copenhagen è coinciso con il 30esimo anniversario dell’UNFCCC, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel quadro in cui si svolgono questo tipo di riunioni. I prossimi appuntamenti internazionali in materia di clima sono la riunione dei ministri dell’Ambiente del G7 il 26 e 27 maggio a Berlino e dal 31 maggio l’incontro Stoccolma+50, mentre a metà giugno a Bonn è in programma una riunione preparatoria della Cop27 di Sharm. A fine giugno si terrà il gruppo di lavoro sull’Ambiente del G20, in preparazione della riunione dei ministri a fine agosto.