(Teleborsa) – Il Federal Open Market Committee (FOMC ) della banca centrale statunitense ha deciso di aumentare l’intervallo obiettivo per il tasso sui federal funds a 0,75-1%, pari a un aumento di 50 punti base. Inoltre, il comitato di politica monetaria prevede che “continui aumenti dell’intervallo obiettivo saranno appropriati“. Si tratta dell’incremento più marcato dei tassi di interesse dal 2000. I funzionari della FED hanno anche deciso di iniziare a ridurre il proprio bilancio, ovvero i titoli del Tesoro, i titoli di debito di agenzie e titoli garantiti da ipoteche di agenzie, a partire dal 1° giugno.
La FED inizierà a diminuire i Treasury e titoli garantiti da ipoteca che possiede a un ritmo mensile iniziale combinato di 47,5 miliardi di dollari, aumentando dopo tre mesi a 95 miliardi. di dollari. In particolare, per i Treasury il limite sarà inizialmente fissato a 30 miliardi di dollari al mese e dopo tre mesi aumenterà a 60 miliardi di dollari al mese. Per il debito di agenzia e i titoli garantiti da ipoteca, il limite sarà inizialmente fissato a 17,5 miliardi di dollari al mese e dopo tre mesi aumenterà a 35 miliardi di dollari al mese.
Nell’analisi dell’economia statunitense, il FOMC evidenzia che, nonostante nel primo trimestre l’attività economica complessiva sia rallentata, la spesa delle famiglie e gli investimenti fissi delle imprese “sono rimasti forti”. I guadagni di posti di lavoro sono stati “robusti” negli ultimi mesi e il tasso di disoccupazione è “diminuito notevolmente”. L’inflazione “rimane elevata, riflettendo gli squilibri di domanda e offerta legati alla pandemia, l’aumento dei prezzi dell’energia e le più ampie pressioni sui prezzi”.
Nel comunicato rilasciato alla fine della riunione di politica monetaria, viene sottolineato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta causando enormi difficoltà umane ed economiche. “Le implicazioni per l’economia statunitense sono molto incerte – si legge – L’invasione e gli eventi correlati stanno creando un’ulteriore pressione al rialzo sull’inflazione e rischiano di pesare sull’attività economica. Inoltre, è probabile che le restrizioni legate al Covid in Cina aggraveranno le interruzioni della catena di approvvigionamento”. In definitiva, il Comitato si dice “molto attento ai rischi di inflazione”.