(Teleborsa) – Questa mattina la multinazionale russa Gazprom ha annunciato di aver completamente sospeso le forniture di gas a Polonia e Bulgaria per effetto del mancato pagamento, alla fine della giornata di ieri, del gas in rubli. Gazprom ha comunicato a Bulgargaz e Pgnig, le sue controparti bulgare e polacche, che i flussi resteranno sospesi fino a quando i pagamenti in rubli non saranno ricevuti.
E sempre oggi, il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha affermato che la Russia dovrebbe sospendere la fornitura di gas non solo a Bulgaria e Polonia, ma anche ad altri Paesi ostili. E’ quanto riporta la Tass. “Gazprom – ha precisato Volodin su Telegram – ha sospeso completamente la fornitura di gas a Bulgaria e Polonia. Lo stesso dovrebbe essere fatto per quanto riguarda i Paesi ostili nei nostri confronti”.
L’annuncio di Gazprom è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas” ha scritto in un tweet la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nella dichiarazione diffusa sul tema ha affermato: “È ingiustificato e inaccettabile. E mostra ancora una volta l’inaffidabilità della Russia come fornitore di gas. Siamo preparati per questo scenario. Siamo in stretto contatto con tutti gli Stati Membri. Abbiamo lavorato per garantire consegne alternative e i migliori livelli di stoccaggio possibili in tutta l’Ue. Gli Stati membri hanno predisposto piani di emergenza proprio per questo scenario e abbiamo lavorato con loro in coordinamento e solidarietà”. In un comunicato von der Leyen ha anche fatto sapere che è in corso una riunione del gruppo di coordinamento sul gas. “Stiamo tracciando la nostra risposta coordinata dell’Ue” ha affermato.
Con riferimento al “gas quale energia ponte nel processo di transizione ecologica” ed alla realizzazione di “determinate infrastrutture per le quali imprescindibile è uno snellimento delle procedure autorizzative”, l’Italia può “candidarsi al ruolo protagonista di hub mediterraneo e quindi europeo con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia energetica.
Questo però presuppone un differente approccio geopolitico dell’Italia ed una politica estera che garantisca quel rapido affrancamento dal gas russo assicurando così la continuità degli approvvigionamenti”. Lo rende noto il presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso, commentando la relazione approvata dal Comitato, relatori Paolo Arrigoni e Federica Dieni, sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica.
Il documento approvato dal Copasir, che segue la precedente relazione del Comitato sulla sicurezza energetica dello scorso 19 febbraio, è frutto di un serrato approfondimento conoscitivo svolto anche mediante un ciclo di audizioni mirate. Partendo da un’analisi del mix energetico nazionale e delle attuali direttrici di approvvigionamento del gas, il documento, informa Urso, “valuta gli impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino, sia sul fronte geopolitico e sia su quello degli approvvigionamenti. Nei vari scenari di breve, medio e lungo termine, valutando le infrastrutture di rete e di connessione, vengono evidenziate le strategie di diversificazione degli approvvigionamenti del gas necessarie per l’affrancamento dell’Italia e dell’Europa dal gas russo, che nel corso degli ultimi 20 anni è accresciuto arrivando a rappresentare oltre il 40 per cento del mix energetico”. La relazione sottolinea come in questi scenari un ruolo significativo possa essere svolto dalle aziende partecipate dallo Stato.