(Teleborsa) – , società quotata su Euronext Milan e attiva nella fornitura di soluzioni per la gestione dei sistemi di pagamento, ha chiuso il 2021 con ricavi totali a 65 milioni di euro, in crescita del 5,4% rispetto ai 61,7 milioni di euro dell’esercizio precedente; i ricavi all’estero crescono del 19,7% (+2,5 milioni di euro), mentre i ricavi core in crescita dell’4,8% a 63,8 milioni di euro. L’EBITDA è stato di 15,7 milioni di euro, rispetto ai 16,3 milioni di euro del 2020. L’utile netto consolidato si è assestato a 4,4 milioni di euro, rispetto ad un utile di 8,8 milioni di euro al 31 dicembre 2020.
La Posizione Finanziaria netta è negativa per 1,8 milioni di euro (escludendo l’impatto dell’IFRS 16), rispetto ad un valore positivo di 1,6 milioni di euro del 31 dicembre 2020, principalmente dovuto all’acquisizione effettuata nel quarto trimestre 2021. La liquidità si attesta a 13,3 milioni di euro, rispetto a 10,6 milioni di euro al 31 dicembre 2020.
“L’anno 2021 è stato un anno contrassegnato da una crescita dei ricavi (in linea con la media del mercato), mentre i margini non hanno registrato lo stesso incremento, ancorché sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente”, ha commentato il presidente e AD Valentino Bravi.
Secondo il manager, questo è dovuto sostanzialmente a: “in Italia al significativo investimento particolarmente impegnativo per il completamento della piattaforma “Global Payments Platform” e l’integrazione della stessa con la “Core Banking Systems Platform” per gli Istituti di Pagamento e gli istituti di Moneta Elettronica; mentre nel business internazionale all’investimento legato al processo di integrazione di Infraxis e delle iniziative di cross Selling, ancora in fase di completamento, e in alcune aree geografiche di interesse del Gruppo qualche ritardo di implementazione del go to market ancora causato dalla situazione pandemica globale”.
Sul titolo è in atto la procedura di obbligo di acquisto, che avrà luogo nel periodo fino al 3 maggio 2022, salvo proroga. Solidus Bidco, veicolo controllato dalla società di private equity Gilde, ha infatti raggiunto oltre il 94% del capitale di TAS al termine dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria avente ad oggetto la totalità delle azioni ordinarie e obiettivo il delisting della società da Piazza Affari.
(Foto: © Veerasak Piyawatanakul)