(Teleborsa) – Serve una riforma complessiva dell’assistenza sanitaria integrativa.A sottolinearne la necessità è stato il segretario generale dell’Ivass Stefano De Polis, intervenuto in un’audizione alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli Enti Gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. De Polis ha sottolineato che il sistema attuale presenta criticità tali dal rendere più costosa e meno efficace la tutela della salute dei cittadini. “Equivoci sul novero delle prestazioni previste, frammentazione ed eterogeneità dell’offerta, disparità nelle condizioni di esercizio e nelle regole di distribuzione, mancanza della necessaria attenzione ai temi della cronicità e dell’autosufficienza, costituiscono criticità che finiscono per rendere complessivamente più costosa e meno efficace la tutela del diritto alla salute dei cittadini” ha spiegato.
Il segretario generale dell’Ivass ha evidenziato che la spesa sanitaria pubblica e privata italiana nel 2020 è stata pari a 161 miliardi di euro, quasi il 10% del PIL. La spesa sanitaria pubblica nel 2020 ha raggiunto i 123 miliardi di euro in conseguenza della pandemia COVID, una cifra pari al 7,5% del PIL, a cui vanno aggiunti 4,2 miliardi di spesa sanitaria intermediata (da fondi, mutue e imprese di assicurazione) e quasi 34 miliardi di spesa diretta delle famiglie (spesa out-of-pocket). La spesa diretta delle famiglie è particolarmente elevata in Italia (23% del totale), ha affermato l’istituto.
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