(Teleborsa) – Crolla il mercato dell’auto a marzo. Nel mese appena concluso sono state immatricolate 119.497 autovetture a fronte delle 169.886 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, con un calo del 29,66% con buco di oltre 50mila auto rispetto a marzo 2021. I trasferimenti di proprietà sono stati 450.846 a fronte di 331.779 passaggi registrati nello stesso periodo dello scorso anno, con un aumento di quasi il 36%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 570.343, ha interessato per il 20,95% vetture nuove e per il 79,05% vetture usate. Questi i dati diffusi oggi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che segnano per il mercato dell’auto il peggior risultato da inizio anno dopo le già pesanti flessioni di gennaio (-19,7%) e febbraio (-22,6%).
Il crollo è ancora più evidente se si pensa – sottolinea il Centro Studi Promotor (Csp)– che a marzo 2021 le vendite erano fortemente penalizzate dalla pandemia e prendendo come riferimento marzo 2019, l’ultimo pre-crisi, il calo arriva al 38,5%. Per il Csp le cause che hanno portato a questa situazione sono ben note: la pandemia, con il crollo del PIL nel 2020 e il recupero soltanto parziale nel 2021, la crisi dei microchip e di altri componenti essenziali nella produzione di automobili, la guerra in Ucraina con il suo impatto anche psicologico, il riaffacciarsi dell’inflazione, la minaccia di una nuova stagflazione come quella che il mondo conobbe negli anni ’70 del secolo scorso dopo la prima crisi petrolifera ed altri fattori di minore importanza. “A tutto questo – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – si è aggiunta poi nel nostro Paese una vicenda di cui certamente non vi era bisogno e cioè il fatto che il Governo da mesi annuncia che adotterà incentivi per sostenere la domanda di auto, ma oggi siamo ancora nella fase degli annunci. Questo fatto costituisce un freno importante per la domanda di auto che ancora vi sarebbe nonostante tutti gli elementi che abbiamo citato. Gli interessati all’acquisto di un’auto, infatti, oggi non comprano perché attendono di poter usufruire degli incentivi. Tra l’altro un meccanismo analogo sta operando anche sul mercato dei pneumatici per il quale è stato preannunciato un bonus per l’acquisto che però non è ancora operativo”.
“Gli annunci e la conseguente aspettativa degli incentivi stanno di fatto paralizzando il mercato ormai da mesi e, se il Governo non provvede a emanare con urgenza il decreto attuativo che li rende fruibili, si rischia di aggravare e prolungare ulteriormente la crisi delle immatricolazioni – avverte Michele Crisci, presidente dell’Unrae –. Il prolungamento a 360 giorni dei termini di consegna dei veicoli prenotati o già acquistati è un provvedimento indispensabile per ovviare ai problemi ormai endemici delle catene di fornitura internazionali, aggravati dal conflitto in Ucraina, che costringono le Case automobilistiche a rallentare la produzione e ritardare le consegne. È necessario inoltre che il decreto attuativo non escluda dai sostegni all’acquisto nessuno dei soggetti interessati, comprendendo quindi oltre alle persone fisiche anche le persone giuridiche (aziende e società di noleggio) e non imponga tetti di prezzo ribassati rispetto agli incentivi precedenti, che avevano dimostrato tutta la loro efficacia”.
“Il preoccupante calo delle immatricolazioni è in buona parte imputabile all’attesa dell’attuazione delle misure di sostegno alla domanda annunciate dal Dl Energia dello scorso 18 febbraio, primo passo di un piano pluriennale di supporto alla domanda di auto a zero e basse emissioni, complementare a un set di misure di politica industriale per accompagnare la riconversione della filiera produttiva automotive – afferma Paolo Scudieri, presidente di Anfia –. Secondo l’ultima bozza del decreto le misure di incentivazione sembrerebbero escludere il comparto delle vetture intestate a società, eccezion fatta per le società di car sharing che potrebbero, invece, fruirne. Se confermata, questa impostazione costituirebbe, a nostro avviso, una forte limitazione, trattandosi di un canale di vendita in grado di dare un contributo importante alla diffusione della mobilità elettrica (BEV e PHEV). Ribadiamo la necessità di includere nel pacchetto di misure di prossima attuazione anche gli incentivi all’acquisto di veicoli commerciali leggeri a basso impatto ambientale, un segmento che gioca un ruolo cruciale per tradurre in realtà un modello di logistica urbana delle merci davvero sostenibile e che ha subito pesantemente l’impatto della pandemia e della conseguente crisi economica, necessitando ora di uno stimolo che favorisca il rinnovo del circolante in chiave green”.
Il gruppo Stellantis nel mese di marzo ha venduto 43.293 auto in Italia, con un calo del 36,6% rispetto allo stesso mese del 2021, quando le immatricolazioni erano state 68.290. Nei primi tre mesi del 2022 il gruppo ha venduto in Italia 123.768 auto, il 31,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando le immatricolazioni erano state 180.024. La quota del mercato auto italiano di Stellantis a marzo è al 36,2% contro il precedente 40,2% dello stesso mese di un anno fa, nei tre mesi si posiziona al 36,6% rispetto al 40,3% del trimeste 2021.