(Teleborsa) – Un colloquio di un’ora e mezza tra il Presidente del Consiglio e Conte, molto teso, a quanto si racconta in ambienti parlamentari,al termine del quale il leader del Movimento chiarisce che una crisi di governo non è all’orizzonte, ma “abbiamo diritto ad essere ascoltati”.
La linea è chiara: il Premier non ha intenzione di fare passi indietro sull’aumento delle spese militari al 2% del PIL nel rispetto degli impegni Nato e incassa il sostegno del Quirinale dopo un colloquio al Colle con Sergio Mattarella. Forte anche dell’asse con il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio affonda con decisione i suoi colpi chiarendo che non ci si può sottrarre agli impegni con la Nato, pena il far venir meno il patto che tiene in piedi la maggioranza.
Un messaggio forte, indirizzato a tutta la coalizione di governo e soprattutto al movimento 5 stelle. Il capo del Governo fa filtrare da Palazzo Chigi questa linea dopo aver visto nella serata di ieri il presidente della Repubblica: incontro preceduto, appunto, dal faccia con Giuseppe Conte, Draghi sale al Colle nel tardo pomeriggio per aggiornare il capo dello Stato sulla vicenda delle spese militari, che da giorni surriscalda il dibattito politico. Sfumata la possibilità di un accordo tra i partiti sull’aumento delle risorse per la difesa, il governo si prepara dunque a blindare con la fiducia il dl Ucraina nell’Aula del Senato.
Ma lo scontro deflagra nelle commissioni dove l’esecutivo accoglie l’ordine del giorno di FdI sul raggiungimento della soglia del 2% per la difesa, che quindi non viene votato. I senatori pentastellati, che erano decisi ad esprimersi contro la proposta di Fratelli d’Italia però non ci stanno e definiscono “inaccettabile” la scelta del governo. Intanto, il segretario del Pd Enrico Letta segue gli eventi con preoccupazione. mentre il leader di Iv Renzi, affonda: “Draghi è uno statista, Conte è un populista. Noi stiamo con Draghi e l’Italia”.
In serata arriva un’ulteriore precisazione di Conte, ospite a Di Martedì su La7: “Draghi ha tenuto a dire che è importante rispettare gli impegni Nato: io ho spiegato che non ho mai messo in discussione il tendenziale al 2% come non è stato messo in discussione dai premier precedenti. Però se noi ci diciamo questo orizzonte del 2024, avremo un picco notevole: si tratta di 15 miliardi e, francamente, credo che i cittadini e il Paese adesso abbiano altre priorità. Questo non significa dire che l’Italia non rispetta gli accordi. Questo non verrà detto e io stesso non l’ho detto”.