(Teleborsa) – Il Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni si è detto “ottimista” sul fatto che nei mesi successivi all’estate si possa arrivare a un consenso fra gli Stati membri per portare a termine la discussione sulla revisione del Patto di Stabilità, con le riforme che sono necessarie. Ma prima dovremo decidere se mantenere la clausola di sospensione del Patto anche oltre la fine di quest’anno, perchè bisognerà tenere conto delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. Lo ha affermato durante la sessione domande e risposte della conferenza “Romanian Business and Investment Roundtable”, oggi a Bucarest.
“Ciò che abbiamo deciso – ha proseguito – è di riesaminare la situazione nei prossimi mesi. La decisione che era stata quasi presa era di mantenere la clausola di sospensione generale del Patto di stabilità, che è una sospensione formale delle regole di bilancio, fino alla fine di quest’anno; ma naturalmente non viviamo su Marte, viviamo in Europa e dobbiamo guardare da vicino alle conseguenze della guerra, che sono difficili da valutare”. “Sappiamo – ha continuato il commissario – che dipendono dalla durata della guerra. Alcune cose sono chiare”, per esempio che “ci sarà un impatto sulle catene di approvvigionamento”, ma ci sono “altre cose meno difficili da valutare”, come “gli sviluppi della situazione nel settore dell’energia, e specialmente come evolverà la fiducia tra i consumatori e tra gli investitori. Non è facile. Non dobbiamo dimenticare che quando siamo entrati in questa crisi c’erano buone prospettive, forti risparmi accumulati e una forte propensione a investire”. Quali saranno ora le conseguenze? Ci sono state in queste prime settimane del conflitto varie previsioni che “mostravano una riduzione della crescita di zero virgola qualcosa quest’anno, ma francamente non lo so, dipende – ha ribadito – dalla evoluzione e della durata della guerra, e dall’evoluzione della fiducia”. “Ma – ha sottolineato il Commissario – dobbiamo lavorare per evitare che tutti questi discorsi sulla stagflazione diventino una profezia che si autorealizza. Possiamo evitarlo, possiamo evitare stagnazione e recessione se lavoriamo insieme”.
Quanto alle recenti decisioni prese dal Consiglio europeo a Versailles e a Bruxelles di rafforzare le capacità di difesa dell’Ue con un aumento della spesa, lo sviluppo di appalti congiunti e lo sviluppo delle tecnologie in questo settore, richiederanno “investimenti maggiori nella nostra base industriale e tecnologica”, che dovranno essere mobilitati “in aggiunta a quelli necessari per realizzare la transizione verde”, che secondo le stime ammonteranno a 520 miliardi di euro ogni anno, ha detto. “Questi investimenti sono cruciali per aumentare la nostra autonomia in questi settori strategici”, e per finanziarli, ha sottolineato Gentiloni, “richiederà un quadro di sostegno da parte delle regole di bilancio e potenzialmente un nuovo meccanismo di finanziamento congiunto a livello europeo”. Questo significa, in sostanza, che la futura riforma del Patto di Stabilità dovrà consentire e incoraggiare gli investimenti degli Stati membri nel settore della difesa, e che dovrà essere predisposto un altro meccanismo Ue di emissione di debito comune, simile a quelli creati durante la pandemia di Covid-19 con il programma Sure (per supportare i sistemi nazionali di cassa integrazione) e con il fondo Rrf del Recovery Plan “Next Generation EU”.
Sulla guerra in Ucraina: “avrà inevitabilmente un impatto sull’economia europea e aggraverà le sfide che stavamo già affrontando”, ma si può ancora “evitare che la ripresa deragli completamente”. La guerra in Ucraina, ha osservato Gentiloni, “avrà inevitabilmente un impatto sull’economia europea e aggraverà le sfide che stavamo già affrontando. L’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari sta esercitando un’ulteriore pressione sui prezzi al consumo. A febbraio, l’inflazione è salita al 6,2% nell’Ue”, e “possiamo aspettarci che questi tassi salgano ancora”.
“C’è stato – ha continuato il commissario – un peggioramento nelle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, sia in termini di accesso alle materie prime che di aumento dei prezzi. E la maggiore incertezza sta ovviamente influenzando la fiducia. Questo potrebbe rendere le nostre previsioni, le nostre stime, anche peggiori di quanto non siano ora”. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che “gli Stati membri subiranno un impatto diverso, a seconda della loro esposizione al gas russo o all’afflusso, in certi casi molto forte, di rifugiati”, e in certi paesi “fornire assistenza peserà probabilmente sulle finanze pubbliche già sotto pressione”. “E’ ancora troppo presto – ha aggiunto Gentiloni – per stimare l’impatto della guerra sull’economia europea. Ma è sempre più chiaro che la crescita del 4% che avevamo previsto per l’Ue appena due settimane prima dell’invasione dovrà essere rivista al ribasso; quanto sarà al ribasso, dipende dall’evoluzione della guerra e dalla nostra risposta politica comune”.