(Teleborsa) – Il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (Italia Viva), ha lasciato la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario dopo la convocazione del CEO di Philippe Donnet. “Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti che dovrà eleggere in nuovo consiglio di amministrazione di una società privata, una delle due parti in competizione viene chiamata in audizione presso una commissione “d’inchiesta” per esporre dettagliate informazioni di bilancio, piani industriali e persino per chiedere conto di decisioni interne riguardanti la concessione dell’aspettativa ad un proprio dirigente”, ha scritto Marattin sul suo blog.
“Da tempo ero in totale disaccordo con la conduzione della commissione che, lungi dall’essere una vera commissione d’inchiesta sul passato del nostro sistema bancario, è stata fin dall’inizio utilizzata per altri dubbi scopi (primo tra tutti il tentativo di appropriarsi di competenze che sono invece proprie di commissioni parlamentari permanenti) – ha spiegato il deputato – Ma la recente convocazione di Philippe Donnet – CEO del Gruppo Generali – ha superato ogni limite di “grammatica” istituzionale”.
La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, in vista dell’assemblea di Trieste del 29 aprile, ha ravvisato “l’opportunità di svolgere un’attività di approfondimento sulle recenti dinamiche di governance e azionarie“, si legge nella lettera che la presidente Carla Ruocco (Movimento 5 Stelle) ha indirizzato a Philippe Donnet. La Commissione ha chiesto al CEO del Leone di Trieste di predisporre “un’apposita relazione informativa”, da recapitare almeno 48 ore prima dell’audizione, concentrandosi su sette punti che mettono a fuoco le criticità di alcune dinamiche gestionali. Donnet è convocato in audizione per le 12.00 di martedì 5 aprile.
“Insomma, facevo parte di un’autorità di regolamentazione finanziaria, e non lo sapevo – continua Marattin – Una “autorità” particolare, oltretutto. Visto che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori. Ritengo pertanto opportuno dissociarmi con decisione da quanto sta avvenendo. Faccio appello ai presidenti delle Camere, destinatari il 29 marzo 2019 di una lettera del Presidente della Repubblica in cui si richiamava esplicitamente il rischio che le attività della Commissione non si sovrapponesse a quella delle Autorità indipendenti, affinché vigilino sul corretto funzionamento delle nostre istituzioni”.