(Teleborsa) – “Alla luce delle incertezze derivanti dall’attuale quadro geopolitico, in cui si sta manifestando la crisi dei prezzi dell’energia in Europa, caratterizzata da scarsità attesa dell’offerta di gas naturale, questa Autorità ritiene che il costante monitoraggio dei driver e dei comportamenti degli operatori risulti, in questo periodo, ancor più necessario per interpretare gli andamenti dei mercati all’ingrosso e supportare le Istituzioni del Paese nelle scelte di politica energetica. In particolare, è opportuno disporre di maggiori elementi per valutare i fattori che hanno inciso sugli andamenti dei prezzi all’ingrosso“. Così il presidente di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, Stefano Besseghini, in audizione dinanzi la Commissione attività produttive della Camera sulla formazione dei prezzi riguardanti le forniture del servizio di maggior tutela.
“Una migliore comprensione di queste dinamiche e, più in generale, dei meccanismi di funzionamento dei mercati all’ingrosso, destinati ad essere fortemente influenzati anche dalle recenti scelte degli Stati membri e, in particolare, dell’Italia, di ridurre la dipendenza dal gas russo, rafforzando le importazioni da altri Paesi terzi, richiede necessariamente una maggior visibilità sui contratti a lungo termine di approvvigionamento/importazione del gas naturale – ha spiegato Besseghini –. I contratti di lungo termine con clausole take or pay prevedevano storicamente una indicizzazione ai prodotti petroliferi con medie intorno ai sei/nove mesi precedenti aggiornate su base mensile/trimestrale e clausole di rinegoziazione con cadenza pluriennale”.
“Sulla base delle informazioni disponibili – ha proseguito il presidente di ARERA – è verosimile ipotizzare che una parte rilevante di questi contratti siano stati oggetto di rinegoziazione/rinnovo negli ultimi anni, con la sostituzione dell’indicizzazione al prezzo del petrolio con quella dei prezzi spot europei. Tuttavia, una parte dei medesimi contratti potrebbe ancora prevedere meccanismi di indicizzazione diversi. Al riguardo, l’Autorità valuta molto positivamente l’iniziativa promossa in tal senso dal Governo con il decreto-legge adottato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 18 marzo 2022, ‘Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina’, che impone ai titolari dei contratti di approvvigionamento di volumi di gas per il mercato italiano di trasmettere a questa Autorità tali contratti, al fine di meglio consentire lo svolgimento dell’attività di monitoraggio”.
“Le quotazioni forward dei prodotti energetici prefigurano un rientro graduale della crisi fra la fine del 2022 e il 2024 ma, presumibilmente, i prezzi del gas naturale sono destinati a mantenersi più alti della media storica degli ultimi anni. Le attuali quotazioni dei prodotti forward del gas naturale, con le dovute cautele derivanti dalla forte volatilità dei prezzi, si aggireranno intorno a circa 100 euro/MWh fino al termine dell’anno in corso, a circa 65 euro/MWh per il 2023 e a circa 45 euro/MWh per il 2024″, ha affermato Besseghini.