(Teleborsa) – ”Il ripristino del Patto di stabilità andrebbe in ogni caso accompagnato da una riforma delle regole di bilancio e, in generale, della governance economica della Ue, per adeguarle a un contesto economico profondamente mutato”. Lo dichiara la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera, nell’ambito dell’esame della comunicazione ‘L’economia dell’Ue dopo la covid-19: implicazioni per la governance economica’ della Commissione europea.
Il dibattito pubblico che si è sviluppato sulla revisione delle regole di bilancio, spiega Cavallari, ”assume un rilievo particolare per
l’Italia che, nella classifica dei paesi a più elevato rapporto tra debito e pil, è seconda solo alla Grecia”. Le regole che
sovrintendono l’applicazione del Patto di stabilità e crescita (Psc) hanno evidenziato una serie di criticità: il carattere pro-ciclico
delle regole numeriche ”contribuisce ad aumentare l’ampiezza delle fluttuazioni cicliche allontanando il prodotto e l’occupazione dai
valori tendenziali”.
Inoltre in conseguenza alle restrizioni di bilancio si registra ”la caduta molto marcata degli investimenti pubblici in rapporto al PIL ”.
Tra le criticità l’Upb segnala anche ‘‘l’ampio utilizzo di indicatori non osservabili e che necessitano di essere stimati” e ”il significativo grado di flessibilità e di interpretazione delle regole, secondo decisioni spesso prese e rese note solo in autunno, quindi
dopo la predisposizione dei Programmi di stabilità”.
Introducendo una golden rule per gli investimenti pubblici, con un’espansione annuale di 0,5 punti percentuali, si potrebbero avere un incremento del pil nel 2030 fino al 5,4% più elevato rispetto alle regola di avvicinamento verso l’Obiettivo di medio termine. E’ quanto emerge da un ‘esercizio stilizzato’ realizzato dall’Upb, basato su un’applicazione semplificata delle regole di bilancio. La presidente Cavallari, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera presenta due diverse ipotesi di investimenti associati alla golden rule.
La prima ipotesi è relativa a tutti gli investimenti pubblici mentre la seconda ipotizza un incremento selettivo, concentrato su
investimenti a maggiore impatto in termini di moltiplicatore, come, ad esempio, in energia rinnovabile. Nel primo scenario, il pil reale
sarebbe nel 2030 più elevato del 3,8% rispetto allo scenario con il solo aggiustamento strutturale; nel secondo caso invece sarebbe
superiore del 5,4%.
L’impatto, sottolinea Cavallari, ”risulterebbe favorevole anche sulla riduzione del debito in rapporto al Pil. Fino al 2025, la riduzione
del rapporto in ambedue gli scenari con golden rule sarebbe superiore allo scenario con soli aggiustamenti strutturali”. Successivamente, la riduzione ”continuerebbe a essere superiore nello scenario con investimenti pubblici in energia rinnovabile”. Nel 2030, la riduzione del rapporto rispetto al 2022 nello scenario con il solo aggiustamento strutturale sarebbe pari a 8,6 punti percentuali, mentre nello scenario con la golden rule in investimenti pubblici in energia rinnovabile la diminuzione sarebbe superiore e pari a 10,9 punti percentuali.