(Teleborsa) – L’Ecofin questa mattina ha adottato il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra queste c’è il divieto di tutte le transazioni con alcune imprese statali, la previsione di restrizioni all’esportazione di beni e tecnologie per l’industria della difesa, per la sicurezza e per l’industria energetica. Stop inoltre all’export di beni di lusso. Confermata anche l’ipotesi di azioni per sospendere la Russia come “nazione favorita” nel Wto, l’organizzazione mondiale dei commerci. Solo il bando all’importazione di acciaio, ha spiegato la Commissione, vale 3,3 miliardi di ricavi persi per la Russia. Inoltre il bando sui rating farà perdere ulteriore accesso ai mercati finanziari Ue.
Con l’adozione del nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca e la sospensione della clausola di ‘nazione più favorita’ alla Russia, “l’Ue ha il diritto di aumentare i dazi doganali sui prodotti russi in qualunque momento”, ha spiegato il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, al termine dell’Ecofin.
I ministri dell’economia Ue hanno approvato anche un testo di accordo sulla carbon tax alle frontiere. Si tratta del meccanismo parte del pacchetto clima Ue per tutelare le imprese europee dai concorrenti che producono in paesi con legislazioni sul clima meno rigorose dell’Ue. “Le proposte messe sul tavolo oggi semplificano la governance del meccanismo e raggiungono un buon punto di equilibrio tra il ruolo della Commissione e degli Stati Membri – ha detto il ministro dell’economia Daniele Franco – apprezziamo in particolare che il testo riconosca la necessità di misure di controllo per evitare frodi”. Fuori dall’accordo però le tempistiche per la piena entrata in vigore del nuovo sistema, che prevede una corrispondente eliminazione delle quote gratuite del sistema Ue-Ets, su cui i Paesi non hanno ancora trovato l’intesa.
Fumata nera anche sulla minimum tax globale. “Non siamo riusciti a ottenere l’unanimità, ci sono ancora delle riserve espresse” da “un piccolo numero di Stati membri”, ha spiegato il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire.”Ci siamo battuti per cinque anni e possiamo ancora permetterci tre settimane per sgombrare il campo da dubbi degli Stati membri”, ha aggiunto Le Maire, che confida nella
possibilità di un accordo all’Ecofin di inizio aprile.