(Teleborsa) – Al consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) di ieri i “falchi” hanno superato in numero le “colombe” per 15 a 10. Lo scrive il Financial Times sulla base di quanto attribuisce a fonti anonime che hanno partecipato alla riunione. Ieri Francoforte ha ricalibrato gli acquisti del programma APP – con la liquidazione del QE che sarà accelerata e gli acquisti di asset termineranno entro giugno a meno che le prospettive di inflazione non si deteriorino – e ha sostanzialmente eliminato il legame temporale tra la fine degli acquisti netti di asset e il primo aumento dei tassi, pur mantenendo la sequenza nelle fasi della linea politica.
“Dovevamo fare qualcosa, non possiamo essere l’unica banca centrale a non reagire”, sostiene uno degli anonimi (tre) partecipanti alla riunione che hanno parlato con il FT. “Sta diventando sempre più chiaro tra i miei colleghi che la storia sull’inflazione transitoria è un fallimento. Qui non è solo questione di petrolio e prezzi dell’energia – aggiunge – anche alimentari, beni industriali e servizi stanno tutti accelerando a rincari superiori al 2%”.
Un altro anonimo, citato dal quotidiano britannico, afferma che il problema dell’inflazione “ha dominato e ha prevalso su qualunque altra cosa, incluse la guerra, l’incertezza e i timori sulla crescita. Ora una maggioranza del Consiglio considera i rischi di inflazione superiori a altre preoccupazioni”. Il consiglio direttivo è il principale organo decisionale della BCE e comprende i sei membri del comitato esecutivo e i governatori delle banche centrali nazionali dei 19 paesi dell’eurozona.
Già ieri, rispondendo alle domande dei giornalisti, la presidente Lagarde ha ammesso l’esistenza di visioni contrapposte all’interno del consiglio direttivo. “Alcuni pensavano che data l’incertezza dovessimo essere anche noi incerti e non fare nulla – ha affermato nella conferenza stampa post-meeting – Altri ritenevano che dovessimo andare avanti, senza condizionalità” verso la normalizzazione della politica momentaria. Poi il capo economista Philip Lane ha proposto un approccio che, secondo Lagarde, usando flessibilità e condizionalità ha bilanciato le varie istanze.
“Nella situazione attuale l’incertezza è estremamente alta e il consiglio direttivo è giustamente “molto attento” – ha commentato Martin Wolburg, Senior Economist di Generali Investments – Non sorprende che ci sia stata una “discussione molto intensa” e secondo la presidente Lagarde c’era un’ampia gamma di opzioni sul tavolo che andavano dall’ignorare la situazione speciale al portare avanti l’attuale posizione politica. Il compromesso adottato ha senso a nostro avviso. Da un lato, il consiglio direttivo è stato chiaro sulla fine del QE, mentre dall’altro è stato tagliato il collegamento temporale tra la fine del QE e il primo rialzo dei tassi”.