(Teleborsa) – è in procinto di chiudere le proprie operazioni in Russia, diventando la prima grande banca di Wall Street ad abbandonare il paese guidato da Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. La banca d’affari statunitense “sta chiudendo la propria attività in Russia in conformità con i requisiti normativi e di licenza – ha affermato una portavoce – Ci concentriamo sul supportare i nostri clienti in tutto il mondo nella gestione o nell’estinzione degli obblighi preesistenti nel mercato e nel garantire il benessere delle nostre persone”. Il colosso dell’investment banking ha circa 80 dipendenti in Russia e sta organizzando le partenze di coloro che hanno chiesto di andarsene. Alcuni dipendenti delle divisioni legali e compliance rimarranno nel paese, scrive il New York Times citando la portavoce.
A dicembre 2021, l’esposizione creditizia totale di Goldman Sachs verso la Russia era di 650 milioni di dollari, sostanzialmente tutti verso controparti o mutuatari non sovrani, secondo quanto reso noto il mese scorso in un filing. Tale esposizione consisteva in 134 milioni di dollari relativi a derivati ??OTC, 177 milioni di dollari relativi a prestiti e impegni di prestito e 339 milioni di dollari relativi a crediti garantiti. Dopo aver preso in considerazione garanzie societarie e sovrane russe e altri strumenti di mitigazione del rischio forniti dalle controparti russe, l’esposizione creditizia netta è di 293 milioni di dollari. Inoltre, l’esposizione di mercato totale alla Russia a dicembre 2021 era di 414 milioni di dollari, principalmente verso emittenti non sovrani o sottostanti. L’esposizione totale è quindi di circa 1 miliardo di dollari.