(Teleborsa) – Resta sotto pressione il rublo che precipita su nuovi minimi storici rispetto al dollaro e all’euro, sulla scia delle sanzioni occidentali che ora potrebbero prevedere anche un embargo sulle importazioni di petrolio russo. Per 1 dollaro ci vogliono ora circa 140 rubli mentre per 1 euro ne occorrono 151.
La valuta risente anche della decisione presa, nei giorni scorsi, da Moody’s di abbassare ulteriormente il rating sulla Russia in territorio “junk” a Ca da B3 a riflettere il fatto che il rischio di un default sul debito è aumentato significativamente.
Ad annunciare un possibile “bando” alle importazioni di greggio russo è stato il segretario di Stato USA Blinken: la notizia ha fatto schizzare le quotazioni di oro nero ai massimi dal 2008 a quota 130 dollari al barile.
Il rialzo del petrolio e delle altre commodity, con il prezzo del gas volato su nuovi massimi storici, alimenta i timori di stagflazione per l’economia globale, ovvero una fase del ciclo economico caratterizzata da stagnazione delle attività produttive e da un persistente aumento dei prezzi.
A proposito di prezzi, l’attenzione degli operatori torna intanto a concentrarsi anche sulle banche centrali. Atteso giovedì, 10 marzo, l’esito del consiglio direttivo della BCE, seguito dalla consueta conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, con il conflitto in Ucraina che rischia ora di condizionare il processo di normalizzazione atteso dalla banca centrale europea.