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Russia, sale rischio default dopo decreto Putin su bond

(Teleborsa) – La settimana scorsa la Russia aveva detto di voler continuare a onorare il proprio debito estero, ma un decreto approvato durante il weekend ha stabilito che tutti i pagamenti in dollari potranno essere invece realizzati in rubli. Come conseguenza, i credit default swap che assicurano 10 milioni di dollari di debito russo per cinque anni costano ora circa 5,8 milioni di dollari in anticipo e 100.000 dollari all’anno, pari a un 80% di probabilità di insolvenza, secondo i dati ICE Data Services citati da Bloomberg. Il costo iniziale per assicurarsi contro il rischio di default era di circa 4 milioni di dollari la scorsa settimana, secondo la principale camera di compensazione per i CDS europei.

“La capacità russa di pagare sta diminuendo rapidamente – ha commentato il team strategie di credito globale di Algebris – Oltre all’alto costo della guerra (stimato tra i 3 e i 20 miliardi di dollari al giorno), è improbabile che la Russia ottenga nuovamente l’accesso ai mercati dei capitali esteri nel medio termine, rendendo inutile continuare a onorare il debito con il rischio di esaurire le riserve estere (la Russia, in seguito alle sanzioni dei paesi occidentali, non ha più accesso a circa il 75% delle proprie riserve estere). Ci aspettiamo, dunque, che il debito sovrano russo possa andare in default“.

Il decreto firmato da Putin nel weekend consente a Mosca di rimborsare in rubli i bond governativi russi denominati in valute estere nel caso in cui i titolari appartengano a Paesi che hanno sanzionato la Russia. Tuttavia, non tutti i regolamenti dei bond in valuta estera offrono questa possibilità e quindi, in caso di pagamento in rubli, si potrebbe verificare un cosiddetto “trigger event”, che determina il default e che permette ai titolari dei CDS di farsi rimborsare dalla loro controparte.

Nella giornata odierna è poi arrivata anche la lista dettagliata dei cosiddetti “paesi ostili”, che include Stati Uniti, gli stati membri dell’Unione europea, Gran Bretagna, Giappone, Canada, Norvegia, Singapore, Corea del Sud, Svizzera e Ucraina, tra gli altri. Per fare affari con aziende e individui di questi stati bisognerà ora ricevere il via libera da parte di una commissione governativa. Inoltre, per effettuare tali pagamenti i debitori dovranno aprire un conto speciale in rubli presso una banca russa e trasferirvi l’equivalente in rubli dell’importo in valuta estera dovuto in base al tasso di cambio ufficiale della banca centrale il giorno del pagamento. La nuova norma si applica a pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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