(Teleborsa) – La Russia e l’Ucraina sono responsabili del 29% del commercio mondiale di grano. Qualsiasi grave interruzione della produzione e delle esportazioni dalla regione potrebbe spingere i prezzi dei generi alimentari oltre i massimi attuali in oltre 10 anni. Ciò, secondo il World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite, eroderà la sicurezza alimentare di milioni di persone, specialmente quelle che sono già sotto stress a causa degli alti livelli di inflazione alimentare nei loro paesi.
“Questa non è solo una crisi all’interno dell’Ucraina. Ciò influenzerà le catene di approvvigionamento e in particolare il costo del cibo – ha affermato il direttore esecutivo del WFP David Beasley – Ora stiamo osservando un aumento dei prezzi che ci costerà, in costi operativi, da 60 a 75 milioni di dollari in più al mese. E questo significa che più persone andranno a letto affamate”. “In un anno in cui il mondo sta già affrontando un livello di fame senza precedenti, è semplicemente tragico vedere la fame alzare la testa in quello che è stato a lungo il granaio dell’Europa“, ha aggiunto.
La situazione era infatti tutt’altro che rosea già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. L’Indice FAO dei prezzi alimentari, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali dei generi alimentari, ha raggiunto a febbraio i 140,7 punti, pari a un aumento del 3,9% rispetto a gennaio e del 24,1% rispetto al livello di un anno fa. Il dato rappresenta inoltre un nuovo massimo storico, superando di 3,1 punti il precedente massimo di febbraio 2011. Il rialzo di febbraio è stato guidato da forti aumenti dei sotto-indici degli oli vegetali e dei prodotti lattiero-caseari. Anche i prezzi dei cereali e della carne sono aumentati, mentre il sotto-indice dei prezzi dello zucchero è sceso per il terzo mese consecutivo.
“Nel settore delle materie prime, le sanzioni più severe statunitensi ed europee contro Mosca posso portare al taglio di parte delle forniture provenienti dalla Russia, influendo così su diverse materie prime chiave, dal gas e dal petrolio a diversi metalli industriali e colture chiave come il grano – ha commentato Ole Hansen, Head of Commodity Strategy per BG SAXO – L’Ucraina, spesso chiamata il granaio d’Europa date le sue vaste terre fertili, ha assistito alla rottura delle catene di approvvigionamento con i porti chiusi che impediscono l’esportazione di prodotti alimentari chiave come grano, orzo e mais“.