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Brembo, utile 2021 sale a 215,5 milioni. Impatto da conflitto è “circoscritto”

(Teleborsa) – , azienda italiana leader nella produzione di impianti frenanti e quotata a Piazza Affari, ha chiuso il 2021 con ricavi netti consolidati pari a 2.777,6 milioni di euro, in crescita del 25,8% rispetto all’anno precedente (+26,2% a parità di cambi) e del 7,2% rispetto al 2019. Il perimetro di consolidamento è variato a seguito dell’acquisizione della società danese SBS Friction con effetto 1° gennaio 2021 e del gruppo spagnolo J.Juan con effetto 1° novembre 2021; a parità di perimetro l’incremento sarebbe del 24,5%. A livello geografico, tutti i mercati sono stati in aumento, con le vendite in Italia cresciute del 31,1%.

Il margine operativo lordo (EBITDA) del 2021 ammonta a 502,7 milioni di euro (18,1% dei ricavi), e si confronta con 388,7 milioni del 2020 (17,6% dei ricavi). Il periodo si chiude con un utile netto di 215,5 milioni di euro, in aumento del 57,9% rispetto all’anno precedente. Gli investimenti netti sono stati pari a 236,2 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2021 è pari a 411,8 milioni di euro, in calo di 71,5 milioni rispetto al 30 settembre 2021 (483,3 milioni) e in aumento di 27,2 milioni rispetto al 31 dicembre 2020.

“L’azienda ha generato ricavi superiori anche al 2019 e ha preservato la propria profittabilità, sebbene il contesto di mercato sia stato influenzato dal forte impatto negativo dell’inflazione delle materie prime e della carenza dei semiconduttori”, ha commentato il presidente esecutivo Matteo Tiraboschi. “Nonostante la complessità dello scenario di mercato e le tensioni geopolitiche, guardiamo al nuovo anno forti di un percorso strategico solido, tracciato nella direzione della continua innovazione delle nostre soluzioni, nel solco della digitalizzazione e dello sviluppo sostenibile”, ha aggiunto. Il CdA ha proposto un dividendo di 0,27 euro per azione.

Con riferimento all’outlook 2022, Brembo sottolinea che i primi mesi del 2022 si sono aperti positivamente per quanto riguarda i volumi e la saturazione della capacità produttiva. “Osserviamo con estrema attenzione l’evoluzione della crisi Russia-Ucraina – si legge in una nota – l’impatto diretto sul gruppo è circoscritto, non avendo una presenza produttiva in quell’area ed essendo limitata l’esposizione ai clienti della regione, mentre resta forte il presidio sugli approvvigionamenti delle materie prime e sui costi di produzione”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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