(Teleborsa) – Il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europe (BCE) favorirebbe senza dubbio un aumento della profittabilità delle banche dell’Eurozona, anche se un aumento graduale dei tassi non sarebbe una panacea per la redditività, che dipende dall’impegno continuativo delle banche per trasformare i propri business e migliorarne l’efficienza. Inoltre, un livello d’inflazione più alto potrebbe ulteriormente complicare il controllo dei costi, secondo il nuovo report di S&P Global Ratings “When rates rise, Eurozone Bank Earnings will too, especially for retail”.
Gli economisti dell’agenzia di rating internazionale ritengono che la BCE potrebbe iniziare a preparare i mercati per la normalizzazione della politica monetaria già dalla riunione di marzo 2022, anche se la decisione del consiglio direttivo dipenderà dalle nuove previsioni macroeconomiche che saranno fornite ai banchieri centrali prima in vista del meeting. Al più presto, la BCE aumenterebbe molto probabilmente i tassi ufficiali solo dopo aver gradualmente eliminato gli acquisti netti di attività, il che significa non prima di dicembre 2022, sottolinea S&P.
“Un aumento dei tassi ufficiali aumenterebbe i tassi di mercato e avrebbe un impatto positivo per le banche della zona euro, poiché l’aumento diretto del reddito da interessi netti (NII) supererebbe probabilmente qualsiasi impatto negativo derivante da potenziali effetti di secondo impatto sulla crescita economica, sui prezzi delle attività e sulla volatilità”, si legge nel rapporto. La stima è che aumento dei tassi d’interesse di 100 punti base porterebbe a un incremento del margine d’interesse annuale del settore del 7%-10%. Viene anche fatto notare che se i tassi a breve termine diventano positivi, il freno rappresentato dai depositi a tasso zero viene meno, e molto probabilmente a beneficiarne saranno soprattutto le banche retail.
“Tuttavia, riteniamo che un graduale decollo dei tassi di interesse non sarebbe un toccasana per la redditività di molte banche della zona euro, che dovranno continuare a trasformare le loro attività e migliorare l’efficienza – evidenzia S&P – L’impatto di un potenziale aumento dei tassi di interesse varierebbe notevolmente, a seconda del modello di business di una banca. I maggiori benefici sarebbero per le banche retail, per le quali il NII rappresenta un’ampia quota del reddito totale e dove le banche non sono state in grado di trasferire completamente i tassi ufficiali negativi ai depositanti, in particolare ai depositanti al dettaglio”.