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Italia, governo non preoccupato da spread. Non c'è fuga da BTP

(Teleborsa) – “Lo spread è aumentato per molti paesi, quasi tutti, non tutti, ma l’aumento italiano è inferiore a quello di tanti altri paesi”. Lo ha detto il presidente del consiglio italiano, Mario Draghi, durante la conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei ministri, affermando che si aspettava una domanda sul differenziale tra rendimento del BTP decennale italiano e il Bund decennale tedesco, e quindi era andato a controllare i mercati un attimo prima di comparire davanti ai giornalisti. “Questo non deve assolutamente nascondere che partiamo da una base di spread molto più alta e da un volume di debito più alto“, ha aggiunto, con il ministro delle finanze Daniele Franco che ha detto che rapporto debito/PIL diminuirà “in modo significativo” quest’anno, dopo un calo maggiore del previsto nel 2021.

I rendimenti delle obbligazioni italiane sono aumentati nettamente nell’ultima settimana dopo che la Banca centrale europea (BCE) ha segnalato crescenti timori sull’inflazione e una potenziale accelerazione nel ritirare lo stimolo monetario messo in campo durante la pandemia. Dall’1,44% di giovedì 3 febbraio, prima dell’annuncio della BCE e della conferenza stampa della sua presidente Christine Lagarde, ha registrato un aumento di 50 punti base. Il BTP decennale italiano ha infatti chiuso la giornata in crescita di 5 punti base con un rendimento a 1,948% da 1,898% della precedente chiusura. Il differenziale tra rendimento del BTP decennale italiano e il Bund decennale tedesco ha terminato la seduta a quota 162,1 punti base dai 156,8 della chiusura precedente. Nel corso della seduta lo spread ha oscillato tra un minimo di 154,7 e un massimo di 164,6.

“Il problema più grande per la BCE è quello che succederà agli spread quando la banca centrale si orienterà in una direzione da falco – ha commentato Mark Dowding, CIO di BlueBay – I membri del consiglio direttivo sembrano felici di assumere che la stabilità della moneta unica possa essere data per scontata in questi giorni, nello stesso modo in cui la stabilità dei prezzi era data per scontata solo pochi mesi fa. “Sembra che Lagarde sia inconsapevole di aver dato al mercato il via libera per spingere gli spread ad allargarsi”, ha aggiunto.

“Il sentiment degli analisti si è schierato in favore di un innalzamento dei tassi già nel 2022, questo è il portato dell’interpretazione delle parole della presidente Lagarde durante la consueta conferenza stampa successiva alla riunione del consiglio della BCE”, hanno commentato gli specialisti di MTS, la piattaforma di Euronext-Borsa Italiana per lo scambio dei titoli di Stato. “Tuttavia la piattaforma MTS oltre a registrare un interessante livello di volumi in tutte le sessioni, osserva che l’interesse degli operatori si è maggiormente concentrato sugli acquisti piuttosto che sulle vendite – si legge nel resoconto settimanale di MTS – Lunedì il BOT 13/01/23 12M con rendimento medio -0.284% ha sfiorato 1 miliardo di euro di volumi, sale il rendimento del BTP decennale fino a 1.8%. Martedì i Credit Default Swap a 5 anni sui Bond governativi valevano 103.9 punti base con una sottostante probabilità di default dell’1.7%. Mercoledì la parte medio lunga della curva è stata ancora oggetto di intensi scambi, il BTPS 0.90 01/08/22 ha raggiunto 1.3 miliardi di volumi. Giovedì i dati sull’inflazione americana sono stati il fulcro della giornata, +7,5% anno su anno a fronte di una stima di +7,3% e un ultimo dato che segnava +7%; e il differenziale tra il BTP con rendimento poco sotto l’1,9% e l’omologo tedesco è arrivato a quota 160 punti base”.

Parole di rassicurazione, oltre che da Draghi e Franco, sono arrivate anche dal responsabile del ministero dell’Economia e delle finanze per la gestione del debito Davide Iacovoni, che ha affermato di non vedere particolari flussi di vendita di investitori in uscita dall’Italia. “C’è sicuramente un incremento di tassi rilevante in questi giorni, ma non abbiamo visto particolari flussi di vendita“, ha detto il dirigente del Tesoro al convegno annuale Assiom Forex. Il MEF, ha confermato Iacovoni, dovrà rifinanziare quest’anno poco meno di 230 miliardi di titoli a medio lungo termine e prevede un fabbisogno netto aggiuntivo di 80-90 miliardi, per una provvista finanziaria complessiva da circa 320 miliardi coperta con circa 300 miliardi di emissioni del Tesoro e poco più di 20 miliardi (circa il 7%) dai fondi del Next generation Eu (NGEU). Il responsabile del debito ha stimato che uno shock al rialzo di 100 punti base sull’intera curva dei rendimenti produrrebbe un aggravio di spesa per il Tesoro nel primo anno di 2 miliardi di euro.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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