(Teleborsa) – S&P Global Ratings pensa che la BCE inizierà a preparare i mercati a una normalizzazione della politica monetaria già a partire da marzo, anche se bisognerà tenere d’occhio alcune variabili fino alla riunione decisiva: l’inflazione, i salari e le revisioni delle previsioni di crescita. La normalizzazione deriva dal fatto che i tre criteri chiave della BCE potrebbero presto essere soddisfatti: l’inflazione a breve termine dovrebbe essere sul target al 2%; l’inflazione a medio termine (su un orizzonte previsionale di tre anni) dovrebbe rimanere in linea con l’obiettivo; l’inflazione core dovrebbe dirigersi durevolmente verso il 2%, ben prima della fine dell’orizzonte di proiezione di cinque anni.
Per ora, è previsto che il Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP) si fermerà a marzo e l’Asset Purchase Program (APP) sarà aumentato a 40 miliardi di euro di acquisti netti all’inizio del secondo trimestre, per poi essere ridotto di 10 miliardi di euro ogni trimestre. “Data questa sequenza, sembra difficile per la BCE porre fine agli acquisti netti dell’APP prima dell’inizio del quarto trimestre, il che potrebbe aprire la strada a un primo rialzo dei tassi alla fine del quarto trimestre – si legge in una nota dell’agenzia di rating – A dicembre, la BCE riceverà anche le prime proiezioni degli esperti della BCE per il 2025, che potrebbero aiutare a valutare se le prospettive di inflazione a medio termine rimangono in linea con l’obiettivo”.
Per quanto riguarda il liftoff, ovvero il rialzo dei tassi, S&P si aspetta che la banca centrale europea cominci alzando il tasso sui depositi a -0,25% dall’attuale livello di -0,5%. Ciò ripristinerebbe gli intervalli di 25 punti base tra i suoi tre tassi ufficiali (il tasso sui depositi, il tasso di rifinanziamento e il tasso di rifinanziamento marginale). “Successivamente, la BCE può aumentare i tre tassi di 25 punti base in tandem, con cadenza trimestrale, se i dati su salari e crescita rimangono sulla buona strada”, viene sottolineato.
Sebbene il percorso di normalizzazione dei tassi sia relativamente chiaro, secondo gli esperti c’è ancora molta incertezza sui piani della BCE per ridimensionare il proprio bilancio, dato che in passato non ha dovuto affrontare questa sfida. Inoltre, secondo S&P, lo stock di obbligazioni detenute dalla banca centrale esercita più pressioni al ribasso sui rendimenti rispetto al flusso di acquisti netti. “Con i reinvestimenti PEPP che termineranno nel 2024 e la scadenza media delle partecipazioni di portafoglio della BCE a poco più di sette anni, la normalizzazione passiva del bilancio potrebbe continuare fino al 2031 – si legge – Potrebbe volerci ancora più tempo se la BCE decidesse di continuare reinvestire l’APP più a lungo del PEPP”.