(Teleborsa) – “Abbiamo presentato un piano industriale, ma stiamo realmente costruendo la banca dei prossimi 10 anni, garantendo alle nostre persone di trovarsi nella sicurezza di aver già anticipato i fenomeni che derivano dall’ingresso di nuovi competitor fintech e del mondo digitale, e riuscendo a risolvere un punto di debolezza del sistema bancario italiano come gli NPL, riducendo drasticamente sofferenze e incagli e puntando a un futuro da banca più simile a paesi nordici che del mediterraneo“. Lo ha affermato Carlo Messina, amministratore delegato di , nella conferenza che ha presentato alla stampa il piano strategico al 2025, incentrato su “una solida e sostenibile” creazione e distribuzione di valore, un’elevata patrimonializzazione e una marcata connotazione ESG.
Messina ha sottolineato che “la banca rimane fortemente al servizio del paese” e vuole “continuare ad esserlo e siamo pronti ad accelerare il sostegno in una fase in cui il paese ha bisogno di crescere”, continuando a rafforzare la propria leadership in Italia e diventare leader in Europa.
La nuova banca digitale
Messina ha posto molta enfasi sul fatto che Intesa Sanpaolo sta gestendo l’impatto del digitale e del fintech non dovendo prevedere ulteriori uscite dalla banca. “Abbiamo anticipato la minaccia fintech e digitale e abbiamo trovato soluzioni che faranno continuare le nostre persone a lavorare con serenità”, permettendo loro di “avere un lavoro soddisfacente e dignitoso, di potersi occupare di digitale, PNRR, ESG, nuovo sviluppo tech, intelligenza artificiale”. Molto di tutto ciò sarà fatto attraverso la nuova banca digitale Isybank.
La costituzione della nuova banca digitale, che è rivolta a circa 4 milioni di clienti di Intesa Sanpaolo che già non usano le filiali, “è in uno stato molto avanzato” ed è “un progetto che si rivolge principalmente al mercato domestico e ci consente di stabilizzare e rendere sicura la base clienti della banca”. “Da punto di vista della tecnologie e della mossa strategica, è il più importante passo nei prossimi 10 anni – ha sottolineato – E potrà essere anche uno strumento per andare sui mercato esteri“. Prima però Intesa sarà focalizzata sull’execution nel 2022 e sul consolidamento sul mercato italiano. “Abbiamo già tutto pronto, dobbiamo selezionare il capo di questa banca, ma per noi è un progetto già pronto”, ha aggiunto, sottolineando che il progetto porterà la banca nel campo della “tecnologia avanzata”.
Messina si è poi soffermato su Mooney, progetto che sta portando avanti con un’alleanza strategica con , “operatore di cui abbiamo grande stima”. Anche questo progetto potrà essere utile per una spinta sui mercati internazionali, anche se Isybank e Mooney rimarranno comunque entità separate.
Il rallentamento della crescita
“La vera minaccia al nostro piano è che non si verifichi la crescita prevista del PIL, uno scenario comunque con probabilità bassissima. La crescita dei tassi di interesse è invece un’opportunità, in quanto riporta la raccolta a dare incremento al conto economico – ha detto Messina – Passare da tassi di -0,50 a 0 ci porta un miliardo di euro in più, parliamo di cifre che possono essere trasformative per la banca“.
Il CEO ha poi allargato lo sguardo ai rischi per il paese, cercando di rassicurare chi pensa che il rialzo del tassi apra uno scenario nuovo per l’Italia. “Se salgono i tassi della BCE ci potrebbero essere delle modifiche negli scenari, ma non darei troppa enfasi agli impatti negativi delle mosse della BCE – ha detto – Se si parla di rialzi di 50 punti base o 1 punto, parliamo di passaggi da -0,50 a +0,50, ovvero tassi che non abbiamo mai avuto nella storia, a parte questa fase”. “Ci potrebbe essere impatto marginale, ma non credo sarà elemento di discontinuità nella crescita del pase – ha puntualizzato – La crescita dello spread avrà carattere transitorio e questo non cambia la prospettiva di medio-lungo termine del paese”. “Invito a non esagerare – ha sintetizzato – Come stavamo esagerando nel dire che diventeremo il paese che cresce più al mondo, ora non esageriamo nella direzione opposta”.
Le questioni più spinose
“Intesa Sanpaolo non giocherà nessuna partita” sulle , ha risposto seccamente a chi gli chiedeva di un potenziale ruolo della banca nella questione. Su ha affermato che definirla un “un rischio per il sistema bancario è esagerato“. “È una situazione dove è indispensabile avere il tempo di recuperare la redditività della banca – ha aggiunto – Non si può trascurare che quando i rendimenti saliranno, la banca potrebbe avere un beneficio derivante da un ambiente esterno. C’è quindi tempo per posizionare la banca e passare alla dismissione della partecipazione del Tesoro“.
A una domanda sull’esposizione verso la Russia, ha risposto: “Noi non facciamo geopolitica, rispettiamo le regole comunitarie e facciamo la banca. Serviamo clienti italiani all’estero e continueremo a farlo anche in Russia, salvo che cambi qualcosa nelle regole internazionali. Non vedo nessun motivo per fare la geopolitica con la banca“. Messina non vede, inoltre, prospettive di acquisizioni in centro ed est-Europa, nemmeno nei campi del Wealth management”, che “in quei paesi è un mondo non ancora molto sviluppato”.
Il risiko bancario europeo
Durante la call con gli analisti finanziari, il CEO aveva già detto che la banca non userà capitale in eccesso per M&A nei prossimi anni, posizione cha ribadito anche nell’incontro con la stampa. Le opportunità non sembrano esserci nemmeno in aree specifiche come il Wealth management, ambito in cui Messina ha detto di aver speso molto tempo per trovare target e di cui non si vuole occupare ancora, per non perdere altro tempo. “Non abbiamo piani di fare acquisizioni”, ha ribadito.
È stata poi proposta un’analisi dell’intero scenario europeo. “Le fusioni transfrontaliere sono un punto importantissimo per l’Europa. A parte noi, Santander, BNP Paribas, Credit Agricole, ING sono delle banche eccellenti, ma se facciamo la somma dei valori di borsa non raggiungiamo nemmeno una frazione di JPMorgan”, ha osservato. “Anche se ci sono ottimi gruppi, la scala è veramente molto bassa rispetto per poter immaginare un ruolo di livello in ambito globale”, ha aggiunto.
L’M&A a livello europeo tra grandi banche non sarebbe comunque semplice. “Purtroppo non è così facile creare valore con operazioni tra grandi realtà retail – ha spiegato – l’elemento della sinergia tra banche che operano in paesi diversi non è così immediato”. In conclusione, quello delle fusioni tra banche europee “è un mondo non facile e non mi aspetto accelerazioni nel breve periodo”.