(Teleborsa) – Uno spread in prossimità dei livelli attuali (nonostante le imminenti elezioni per il Quirinale), un 2022 parzialmente sereno per le banche italiane (anche se c’è l’incognita dell’aumento degli NPL) e un impatto significativo del caro energia sulle imprese italiane (anche se è difficile fare stime precise data la volatilità dei prezzi). Sono alcune delle previsioni sull’economia italiana fornite dagli analisti di S&P Global Ratings. “Non vedo un grande aumento dello spread in vista delle elezioni presidenziali in Italia, penso che il differenziale resterà più o meno sui livelli attuali”, ha affermato Sylvain Broyer, capo economista per l’Europa dell’agenzia di rating, durante una conferenza stampa sulle prospettive dell’Italia.
Fra le priorità per l’Italia, Broyer ha indicato quella di “non mettere a rischi l’attuale forte fiducia di imprese e famiglie“, un tema legato alla situazione politica. Ma “la nostra ipotesi base è che non ci sia un grande incentivo per andare a elezioni anticipate, siamo abbastanza fiduciosi in una situazione di continuità”. “Abbiamo visto un modesto aumento da ottobre, ma solo leggermente legato alle attese dei mercati sulle elezioni per il Quirinale”, ha aggiunto, specificando che l’allargamento del differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi è da collegare alle aspettative di un ridimensionamento degli acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea (BCE).
S&P Global stima una crescita “piuttosto gestibile” dei crediti deteriorati delle banche in Italia, che nel frattempo “torneranno a distribuire dividendi significativi” o ad effettuare buy back a favore degli azionisti, secondo l’analisi di Mirko Sanna, direttore del ramo Financial Institutions di S&P Global Ratings. “Le banche stanno facendo già oggi accantonamenti, in termini di credito ci attendiamo che dopo i minimi degli ultimi due anni ci sarà una crescita degli NPL, ma piuttosto gestibile, nulla a che fare con quanto successo in passato. La nostra stima – ha evidenziato – è che al netto di operazioni straordinarie, che certamente avverranno, lo stock crescerà”.
Sulle banche italiane restano i problemi di redditività, anche se sono comuni con gli istituti europei. In questo senso, i problemi “andranno oltre il 2022, specialmente se i tassi resteranno bassi”. Quest’anno le banche italiane “torneranno a distribuire dividendi significativi o a fare buy back per gli azionisti. Il che da un lato è interessante” per gli investitori, “dall’altro avrà un impatto sul capitale” ma comunque “ci attendiamo che la base di capitale delle banche europee resti solida, con una leggera flessione dovuta ai dividendi”.
I rincari dell’energia saranno una spina nel fianco per le imprese italiane nel 2022, con il loro impatto che potrebbe raggiungere “numeri molto significativi”, stimabili tra 30 e 35 miliardi di euro e concentrati sulle imprese energivore, anche se “è molto difficile fare una stima” data la volatilità dei prezzi. Lo ha affermato Renato Panichi, Senior Director Corporate Ratings di S&P Global Ratings, spiegando che i costi legati alla transizione energetica transizione climatica “cominciano ad avere chiari risvolti economici”.