(Teleborsa) – A pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica in presenza, fissata e ad oggi confermata per lunedì prossimo, 10 gennaio, continua ad essere la scuola uno dei temi più caldi per l’esecutivo, ancora in cerca di soluzione. Il picco dei contagi, in scia alla variante Omicron, minaccia infatti il calendario mentre aumenta il pressing di quanti chiedono uno slittamento.
“Noi da sempre siamo per la scuola in presenza”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli su La7 a “L’aria che tira” sottolineando che “se però si vuole mettere in atto un piano effettivo con degli obiettivi da raggiungere allora non sarebbe una cattiva idea prendersi due/tre settimane di DAD e però raggiungere gli obiettivi”. “Al primo posto va messo l’aumento della percentuale di alunni vaccinati”, ribadisce Giannelli.
Quel che è certo, intanto, è che per garantire la presenza in sicurezza a scuola, come auspicato dallo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sarà necessario rimettere mano ai protocolli sulla didattica a distanza, eliminando la distinzione tra vaccinati e non vaccinati e aumentando la soglia di casi positivi oltre la quale si finisce a casa.
Sembra questa la linea che si appresta ad adottare il governo nel consiglio dei ministri, anche se resta ancora in piedi la proposta di alcune regioni – Campania in primis – di far slittare la riapertura delle scuole e contenere dunque l’ondata del virus.
Dirimente, secondo i governatori, il parere del Comitato Tecnico Scientifico.