(Teleborsa) – Le autorità cinesi hanno ammonito , la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata, e la sua controllata Sam’s Club per la presunta rimozione dei prodotti dello Xinjiang, una regione della Cina nordoccidentale in cui sono presenti strutture volte alla rieducazione di membri delle minoranze islamiche, secondo inchieste giornalistiche e di ONG internazionali. “Walmart deve rispettare il punto di vista della Cina e i sentimenti del popolo cinese se vuole rimanere nel mercato cinese“, ha affermato la Central Commission for Discipline Inspection in un commento pubblicato sul suo sito web.
Da alcuni giorni utenti su e altre piattaforme social cinesi si stanno lamentando del fatto che i prodotti realizzati nello Xinjiang non sono disponibili presso i punti vendita Walmart e Sam’s Club in Cina, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Il colosso statunitense non ha risposto alle accuse.
La polemica è scoppiata pochi giorno dopo che il presidente USA Joe Biden ha firmato il Uyghur Forced Labor Prevention Act, un disegno di legge bipartisan che vieta le importazioni dalla regione dello Xinjiang a meno che le aziende non dimostrino che i prodotti non sono stati prodotti con il lavoro forzato. Prima di Natale, si era scusato con clienti, partner e pubblico cinesi per aver detto ai suoi fornitori di non rifornirsi di prodotti o manodopera dalla regione dello Xinjiang.