(Teleborsa) – “Le leve su cui agire per la ripartenza dell’Italia sono quelle che dovranno consentire ai giovani di prendere in mano le redini del futuro del Paese e di essere in grado di leggere le situazioni che diventeranno sempre più complesse e di saperle affrontare. Tra queste, le più importanti sono la formazione, gli investimenti sulle competenze e sulla ricerca poiché trasversali su tutti i fronti”. È quanto afferma il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in un’intervista all’Osservatorio economico e sociale di Riparte l’Italia.
“Con il Next Generation EU – prosegue Messa – dobbiamo compiere un salto vero, soprattutto nei settori della transizione digitale ed ecologica, un balzo che sarà guidato da persone che il sistema universitario è chiamato a preparare al meglio proprio per le sfide che ci aspettano”. Una leva fondamentale per la ripartenza, anche del mondo della Ricerca, saranno per il ministro proprio i fondi previsti dal PNRR. “Gli obiettivi che grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non solo, ci prefiggiamo – spiega Messa – sono diversi: innalzare il livello di attrazione, competitività e innovazione dell’Italia, elevandone il livello formativo, la capacità di fare ricerca e di trasformare i risultati conseguiti in attività di interesse economico e sociale sostenibili e duraturi nel tempo, grazie a una forte e sana interazione tra pubblico e privato. Dobbiamo fare in modo che la formazione universitaria e del nostro sistema artistico e musicale sia più attrattiva, equa, internazionale e in grado di proporre al mondo del lavoro persone con le competenze adeguate a governare le transizioni che aspettano il Paese”.
Per il ministro la preoccupazione principale è quella di ottimizzare gli sforzi di tutti per garantire il futuro dell’Italia. “La missione dell’Università in Italia, una missione che oggi più che mai deve, se possibile, consolidarsi, – sottolinea Messa – è quella di trasferire ai giovani un metodo che nasce dalla combinazione equilibrata tra una ricerca di qualità che deve essere portata avanti nei nostri atenei e la formazione. Questo è ciò che le ragazze e i ragazzi che decidono di proseguire il percorso universitario devono trovare”.
Altro territorio su cui c’è ancora tanto da lavorare è, per Messa, quello della parità di genere su cui bisogna intervenire. “Con diversi strumenti che vanno dall’inserimento di quote riservate alle donne per le borse di studio, per i dottorati, per le assunzioni, al rendere molto difficile a università, enti ma anche – afferma il ministro – a imprese di partecipare a bandi, se non attenti a questo tema. È chiaro, comunque, che il vero salto lo avremo fatto nel momento in cui tutti questi tetti e questi vincoli saranno naturalmente superati perché la parità sarà nella nostra quotidianità”.
Un’ultima riflessione viene dedicata dal ministro all’anno accademico iniziato da poco. “Siamo ripartiti in presenza già da maggio, perché la vita universitaria è fatta anche, e soprattutto di socialità, di confronti, di scambi di cui abbiamo voluto riappropriarci, ma siamo ripartiti con regole dettate da un principio di responsabilità solidale. Un principio che – afferma Messa – continua a guidarci anche oggi, tenendo costantemente monitorata la situazione. Siamo sempre pronti e flessibili a trovare l’equilibrio tra diritto alla salute e diritto allo studio di tutti. I giovani sono tornati in università, nelle aule, nelle biblioteche, nei laboratori appena è stato possibile e accogliendo senza particolari contestazioni l’obbligo del green pass. Lo dico spesso e da tempo: i giovani – conclude il ministro – sono più pronti di quanto possiamo immaginare, basta solo che si abbia il coraggio, in tanti e vari settori, di cedere loro le redini per guidare la navigazione futura del Paese”.