(Teleborsa) – La società di servizi di trasporto passeggeri , spesso chiamata la Uber cinese, avrebbe vietato ai dipendenti attuali e agli ex dipendenti di vendere azioni della società a tempo indeterminato. Lo scrive il Financial Times, citando persone che hanno familiarità con la questione. Il divieto arriva alla fine del periodo di lock-up, ovvero 180 giorni dopo l’offerta pubblica iniziale (IPO) che ha portato la società a Wall Street. Durante questo periodo, il personale attuale ed ex non era autorizzato a vendere azioni.
Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico, i dipendenti non saranno in grado di vendere azioni fino a quando la società non sarà quotata a Hong Kong. Gli investitori esterni di Didi, tra cui , e potranno vendere le loro azioni, anche se rischiano di dover registrare ingenti perdite. Il titolo Didi scambia infatti in calo del 60% rispetto al prezzo registrato nella prima seduta al New York Stock Exchange. La società ha sofferto la crescente stretta di Pechino sulle aziende tech, che l’ha anche spinta ad annunciare il delisting dal NYSE.
Intanto, fa un passo indietro rispetto al prezzo di chiusura precedente , attestandosi a 5,572, con un calo dello 0,49%. Attesa per il resto della seduta un’estensione della fase ribassista con area di supporto vista a 5,432 e successiva a quota 5,291. Resistenza a 5,717.