(Teleborsa) – A novembre 2021, i prestiti a imprese e famiglie – secondo stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia – sono aumentati dell’1,6% rispetto a un anno fa. A ottobre 2021, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dello 0,6% su base annua. L’aumento è del 3,7% per i prestiti alle famiglie. È quanto emerge dal Rapporto mensile Abi di dicembre su “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi”.
TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI – A novembre 2021 i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si mantengono su livelli particolarmente bassi e realizza nuovi minimi storici, registrando le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,16% (2,18% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,04% (1,14% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è
l’1,43% (stesso valore nel mese precedente, 5,72% a fine 2007).
QUALITÀ DEL CREDITO – Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad ottobre 2021 sono 16,8 miliardi di euro, in riduzione rispetto ai 24,5 miliardi di ottobre 2020 (-7,7 miliardi
pari a -31,5%) e ai 31,2 miliardi di ottobre 2019 (-14,5 miliardi pari a -46,3%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 72,0 miliardi (pari a -81,1%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,98% ad ottobre 2021, (era 1,41% ad ottobre 2020, 1,79% ad ottobre 2019 e 4,89% a novembre 2015).
DINAMICA DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA – In Italia, a novembre 2021, la dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +4,9% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di oltre 103 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +6,0% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 8,4 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -3,9%).
TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA – A novembre 2021, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,44%, (stesso valore
nel mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,30% (stesso valore nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca all’1,20% (1,15% il mese precedente); del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,77% (1,76% nel mese precedente).
MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA – Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie in Italia, a novembre 2021 si riduce a 172 punti base (173 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
SOFFERENZE – Seppure in crescita rispetto al mese precedente, rimangono su valori particolarmente contenuti le sofferenze nette del sistema bancario italiano, che ad ottobre 2021 si attestano a 16,8 miliardi di euro (da 15,4 mld di settembre 2021), in riduzione rispetto ai 24,5 miliardi di ottobre 2020 (-7,7 miliardi, pari a -31,5%) e ai 31,2 miliardi di ottobre 2019 (-14,5 miliardi, pari a -46,3%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 72 miliardi (-81,1%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato allo 0,98% ad ottobre 2021, rispetto allo 0,89 di settembre 2021 (era 1,41% ad ottobre 2020, 1,79% ad ottobre 2019 e 4,89% a novembre 2015). “L’attuale livello delle sofferenze nette complessive – ha commentato il vice direttore generale dell’Abi Gianfranco Torriero durante la presentazione del Rapporto – può essere considerato un livello minimo. Le singole banche decideranno se fare ulteriori operazioni di riduzione delle sofferenze, però il dato importante è che siamo tornati su livelli particolarmente bassi, che permettono di gestire anche eventuali incrementi in una situazione di relativa tranquillità”.