(Teleborsa) – “L’aumento del numero di infezioni e l’introduzione di nuove restrizioni legate alla pandemia in alcuni Paesi dell’area euro indicano che la pandemia non è ancora finita” e quindi “una riduzione netta e inappropriata degli acquisti equivarrebbe ad adottare una politica monetaria restrittiva“. Lo ha affermato Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un discorso a Sciences Po. “Gli acquisti netti di attività continueranno a essere un ingrediente essenziale della nostra posizione di politica monetaria anche se il programma di acquisto di emergenza pandemico dovesse terminare – ha aggiunto – Devono essere calibrati per aiutarci a raggiungere il nostro obiettivo, evitando un aumento indesiderato e prematuro dei tassi di interesse a lungo termine”.
Le aspettative del mercato sono un per un rallentamento degli acquisti nell’ambito de Pandemic emergency purchase programme (PEPP) da 1.850 miliardi di euro a partire dal prossimo mese, ma c’è meno certezza sulla forma in cui l’istituzione di Francoforte continuerà ad acquistare bond dopo la fine del PEPP a marzo. “Poter continuare a trasmettere i nostri impulsi politici a tutta l’area euro, la flessibilità che ci è stata utile nei mesi scorsi dovrebbe diventare un elemento integrante dei nostri acquisti di attività“, ha detto oggi Panetta.
Secondo l’economista italiano, la corsa dell’inflazione, che ha segnato un +4,1% nell’eurozona lo scorso mese, sarebbe dovuta a “fattori puramente temporanei” e “a shock globali dal lato dell’offerta” che stanno danneggiando l’economia, invece che portare ad un surriscaldamento. “Non dobbiamo esagerare il rischio che gli shock dell’offerta si trasformino in uno shock della domanda, e minacciare la ripresa applicando misure monetarie restrittive o tollerando passivamente un restringimento indesiderabile delle condizioni finanziarie”, ha detto Panetta.
Nel corso del suo discorso ha sottolineato che l’80% dell’inflazione attuale “riflette gli shock generati all’estero, principalmente perché l’area dell’euro è un importatore netto di energia e materie prime. In effetti, l’inflazione complessiva supera l’inflazione generata internamente in una misura mai vista prima”. In conclusione, “la politica monetaria dovrebbe rimanere paziente – ha detto il membro della BCE – Un inasprimento prematuro limiterebbe la spesa prima che la domanda torni in trend. Potremmo finire con un calo della domanda quando l’offerta si normalizza e le scorte si accumulano, con conseguente inflazione e occupazione a medio termine troppo basse”.