(Teleborsa) – Le modifiche alla Nuova Sabatini previste nel Ddl Bilancio 2022 rischiano di depotenziare uno degli strumenti agevolativi più longevi e che proprio grazie alla sua stabilità nel tempo ha dimostrato di saper accompagnare lo sviluppo delle imprese che puntano sulla competitività e sulla crescita. Il testo all’esame del Senato prevede, infatti, il ritorno ad una modalità di erogazione del contributo su sei anni minando l’incisività della misura. E’ quanto sostiene la Cna.
I dati del primo semestre del 2021 – si legge nella nota – dimostrano come l’entrata in vigore da gennaio dell’erogazione del contributo in un’unica soluzione, disposto con la Legge di Bilancio 2020, abbia generato una maggiore attrattività dello strumento facendo registrare un notevole incremento delle richieste, nonostante una fase di contenuta ripresa dell’economia italiana. Il ritorno alle sei rate, previsto al comma 2 dell’articolo 11 del Disegno di Legge di Bilancio 2022, rappresenterebbe un pericoloso passo indietro, compromettendo l’efficacia di uno strumento che ha dimostrato di saper sostenere processi innovativi del nostro sistema produttivo, con un effetto leva invidiabile: a oggi, a fronte di un impegno di risorse pubbliche pari a poco più di 2,8 miliardi di euro, sono stati sostenuti oltre 33 miliardi di investimenti.
Cna chiede a Governo e Parlamento, pertanto, di ripristinare la disposizione contenuta nella Legge di Bilancio 2021, che stabiliva l’erogazione del contributo in un’unica soluzione, con conseguente riduzione degli oneri burocratici per le imprese, ma anche per la Pubblica amministrazione, e un’accelerazione dei tempi di pagamento funzionale al sostegno della ripresa della nostra economia. E’ incomprensibile cambiare in corsa le regole di uno strumento che funziona con evidenti benefici per le imprese e anche per la Pubblica Amministrazione.