(Teleborsa) – Riaffermare l’importanza strategica del trasporto ferroviario e intermodale per il trasferimento di merci pericolose e rivederne complessivamente la policy. Obiettivi che possono essere raggiunti attraverso una dotazione infrastrutturale dedicata (in particolare terminal e aree di sosta) e la concentrazione dei traffici in hub interconnessi e digitalizzati. Inoltre, serve allineare la regolamentazione tecnica italiana agli standard europei e prevedere misure e strumenti volti a promuovere e incentivare domanda e offerta di questa tipologia di trasporto. Questi i temi al centro del confronto nell’ambito del webinar “Merci pericolose: La digitalizzazione di una rete di hub interconnessi dedicati al trasporto intermodale”, organizzato da Confindustria e Federchimica.
“Questo webinar, organizzato nell’ambito dell’Anno Europeo delle Ferrovie, sottolinea l’importanza del trasporto ferroviario e dell’intermodalita’ per la crescita e lo sviluppo sostenibile, in particolare per quanto riguarda la movimentazione delle merci pericolose – ha dichiarato Natale Mazzuca, Vicepresidente di Confindustria per l’Economia del Mare, nel suo intervento introduttivo – Il primo ostacolo da superare è quello dell’accessibilità infrastrutturale, dalle grandi reti alle piccole infrastrutture dell’ultimo e penultimo miglio, per rispondere alle esigenze della logistica e della produzione industriale, in un contesto di effettiva sostenibilità. “Investire è determinante – ha proseguito Mazzuca – e noi dobbiamo sfruttare al meglio tutte le risorse del PNRR e del PNIC per potenziare e razionalizzare la catena del trasporto e favorire l’evoluzione tecnologica e l’efficienza dei processi e dei modelli organizzativi dei flussi di traffico in hub ferroviari interconnessi. Anche nel sostegno allo shift modale verso la ferrovia, per lo sviluppo della decarbonizzazione del trasporto vanno rivisti i meccanismi di incentivazione, concentrandone l’intervento sulla domanda di trasporto ferroviario, capovolgendo la logica finora seguita. Abbiamo bisogno di maggiore attenzione alle esigenze della domanda industriale di mobilita’ delle merci e situazioni critiche, per tutto il Paese, come quelle venutesi a creare sui trasporti eccezionali vanno rapidamente risolte”.
“La promozione dell’intermodalità è cruciale per ridurre le emissioni del settore del 90% entro il 2050. Tuttavia, il trasporto ferroviario e intermodale strada-ferrovia, soprattutto delle merci pericolose, ha incontrato moltissime criticità che ne hanno scoraggiato l’utilizzo. Insieme a Confindustria abbiamo promosso un nuovo modello di trasporto basato su terminal specializzati nella movimentazione e gestione di merci pericolose, nei quali si possano aggregare importanti volumi di traffico e svolgere tutti i servizi necessari al trasporto, compreso il rilancio del traffico a carro singolo di merci pericolose, con il supporto della digitalizzazione”, ha dichiarato Bernardo Sestini, Vice Presidente di Federchimica con delega alla Sicurezza Impianti, Salute e Logistica.
Secondo Guido Ottolenghi, Presidente del Gruppo Tecnico Logistica e Trasporti di Confindustria, “il trasporto delle merci su ferrovia non è solo un importante tassello di una politica attenta all’ambiente, ma è anche uno strumento decisivo per rafforzare l’intera catena logistica al servizio della produzione industriale italiana. Contare su treni che partono regolarmente verso le principali destinazioni industriali europee significa migliorare la competitività delle industrie, rafforzare i porti e attrarre nuovi traffici per il Paese. È quindi importante favorire la concentrazione dei traffici su stazioni specializzate e aggregare per destinazione le merci consentendo, con le dovute cautele, alle merci pericolose che ora viaggiano su strada, di muoversi con treni misti. Per fare questo occorrono sforzi regolamentari, rispetto ai quali il sistema di Confindustria ha fatto in questi anni proposte a costo zero che ora auspichiamo vengano prese in considerazione e attuate”.