(Teleborsa) – La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc), la massima autorità di Pechino impegnata nella pianificazione economica, ha fatto sapere che la Cina ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per allentare la crisi energetica. La produzione media giornaliera di carbone è salita così a più di 11,5 milioni di tonnellate dalla metà di ottobre, con un aumento di 1,1 milioni di tonnellate rispetto alla fine di settembre.
La notizia è arrivata mentre a Glasgow, nella cornice della COP26, i leader mondiali sono impegnati nei colloqui sul clima per scongiurare gli effetti del global warming. Quello del carbone è infatti uno degli aspetti più spinosi delle trattative in corso in Scozia. Da un lato ci sono le economie più sviluppate occidentali – Ue in testa – che chiedono un percorso chiaro per il phase out dal combustibile fossile più impattante in termini di emissioni di gas climalteranti, dall’altro le economie emergenti – guidati dalla Cina, appunto, e l’India – che invece fanno più fatica a sostituirlo con fonti energetiche alternative visto il grande peso che ha nella loro crescita economica.
Xi Jinping non è andato a Glasgow. Il presidente cinese non viaggia all’estero da quasi due anni per via delle forti restrizioni legate alla pandemia in vigore in Cina ma in questo caso la giustificazione si lega a doppio nodo alla strategia della cosiddetta “sedia vuota”: un chiaro messaggio ai leader occidentali nel sottolineare che la transizione ecologica in Cina procederà a ritmi determinati solo da Pechino e dalle sue necessità economiche. Il presidente cinese ha inviato alla COP26 una lettera in cui ha ribadito inoltre che i Paesi sviluppati “non solo devono fare di più, ma devono fornire anche sostegno ai Paesi in via di sviluppo”.
L’enorme ricorso della Cina all’uso del carbone delle ultime settimane è dovuto alla forte crisi energetica – superiore anche a quella che si sta registrando in Europa – che ha colpito il gigante asiatico con la ripresa post Covid. Il solo incremento di produzione registrato per far fronte alla penuria di energia è superiore all’estrazione annuale di carbone in Europa occidentale. La Cina oggi è la più grande fonte di emissioni annuali di emissioni climalteranti con una quota pari al 28% del totale globale.
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