(Teleborsa) – Confindustria ritiene che “gli obiettivi di semplificazione, razionalizzazione e digitalizzazione del Ddl possano realmente contribuire a restituire efficienza ed efficacia al settore degli appalti pubblici, mettendo le nostre imprese nelle condizioni di operare alla pari rispetto ai loro competitors europei”.
Lo ha sottolineato dal direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, in audizione sul Ddl Appalti pubblici presso la Commissione Lavori pubblici del Senato. Secondo Mariotti “la scarsa capacità amministrativa resta uno dei principali freni in tema di programmazione, pianificazione e accelerazione degli investimenti pubblici e un nodo fondamentale da affrontare e’ certamente rappresentato dal rapporto tra amministrazione, imprese e cittadini”.
Occorre, quindi, “ricostruire un rapporto di fiducia reciproca tra P.A. e utenti, superando un’antica e consolidata cultura del sospetto nei confronti dei cittadini, delle imprese e degli stessi funzionari pubblici”, ha aggiunto. Confindustria considera, dunque, il Disegno di legge delega in esame “un tassello fondamentale di un necessario percorso di adeguamento graduale del nostro Paese ai livelli di efficienza amministrativa dei suoi principali competitors”.
Il mercato degli appalti pubblici sconta, secondo Mariotti, “criticità dovute, in primis, ad un quadro normativo complesso, assai instabile e poco attento all’efficienza dei processi, in buona parte motivato dall’esigenza di scongiurare pericoli di corruzione e/o di infiltrazione”. L’obiettivo principale di questa riforma “deve essere, pertanto, quello – ha osservato Mariotti – di pervenire ad un apparato normativo e regolatorio il più possibile semplice, chiaro, flessibile e stabile, affidando prevalentemente ad altre norme (strumenti preventivi e repressivi penali dell’antimafia, dell’antiriciclaggio, dell’anticorruzione) la lotta alle infiltrazioni criminali e alla corruzione”.
Più in generale, secondo il direttore generale di Confindustria, appare “indispensabile intervenire sulla materia per darle una stabilità definitiva, dopo le numerose riforme (sebbene tutte rivolte alla semplificazione) che si sono succedute dal 2016 in poi e, soprattutto, dal 2019 ad oggi”.