(Teleborsa) – Occorre sfatare la convinzione che le politiche per l’inclusione rappresentino un costo per le aziende. Lo ha affermato il Presidente di TIM, Salvatore Rossi, intervenuto alla plenaria “Storie di inclusione”, nell’ambito dell’evento “4Weeks4Inclusion”, organizzato da TIM, che ha chiamato all’appello istituzioni, associazioni sindacali ed oltre 200 imprese sui temi dlel’0inclusioine e della valorizzazione delle diversità
Rossi ha messo in luce i benefici macroeconomici e microeconomici dell’inclusione. Sotto il primo aspetto – ha spiegato – va tenuto conto che la misura quantitativa del PIL non è in grado di dare conto di tutto il benessere prodotto per una popolazione e per un Paese, vi sono altri aspetti come qualità dell’acqua e dell’aria, la salute, l’istruzione e così via, che concorrono “in modo prepotente” a generare benessere. Allo stesso modo le politiche a favore dell’inclusione creano “un ciclo virtuoso e di armonia sociale” in grado di accrescere il PIL oltre il suo valore numerico, promuovendo lo sviluppo economico.
L’altro aspetto di natura microeconomica – ha spiegato Rossi – concerne il mercato del lavoro, poiché le differenze (di genere, età, cultura, religione ecc.) favoriscono la formazione di idee innovative ed accrescono la prestazione economica delle aziende, traducendosi in un miglioramento economico.
Il Presidente di TIM ha ricordato che l’occupazione femminile è troppo bassa e che l’Italia è il fanalino di coda su questo aspetto, non per problemi che attengono al DNA, quanto per una cultura patriarcale dominante nel nostro paese che non ha permesso alle donne una adeguata partecipazione al mondo del lavoro.