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Alluminio, FACE: “Cbam e dazi sul grezzo causeranno alle aziende del downstream un sovraccosto intorno a 7 mld di euro”

(Teleborsa) – “I dazi Ue all’import grezzo di alluminio gravano da anni sulle aziende del downstream europeo, provocando un sovracosto di oltre 1 miliardo all’anno. A questo si aggiungerà il costo stimato da Face del Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam) intorno a 5 miliardi di euro all’anno. Così le imprese europee si ritroveranno a pagare l’alluminio grezzo da importare in Europa con un costo aggiuntivo complessivo di 7 miliardi di euro all’anno. Una minaccia gravissima per il sistema”. È quanto afferma Mario Conserva, segretario generale della Federazione Consumatori Alluminio Europei (Face), durante lo Special Face Meeting che si è tenuto oggi a Brescia.

La stima di Face dimostra quanto questi balzelli continuino a gravare su tutta l’industria a valle europea dell’alluminio che, ricorda Conserva “è composta da Pmi che rappresentano il 92% della forza lavoro del settore, che contano più di 200mila dipendenti e, indirettamente, circa 1 milione di posti di lavoro e che quindi è necessario supportare, aiutare nella competitività e non affossare”.

“Gli obiettivi di Face e della proposta Cbam dell’UE coincidono: livellare il campo di gioco per le industrie dell’Ue e incentivare l’economia a zero emissioni di carbonio. Ma – prosegue Conserva – siamo preoccupati del fatto che se il Cbam proposto non tiene conto delle particolarità del settore dell’alluminio dell’Ue, potrebbe diventare una misura dannosa. Tuttavia, è sui dazi all’import di alluminio grezzo che non possiamo transigere: c’è la necessità che le istituzioni europee sospendano allo 0% la struttura tariffaria su tutto l’alluminio grezzo importato dall’UE, solo così possiamo favorire l’intero sistema a valle. La sospensione totale dei dazi all’importazione sull’alluminio grezzo, infatti, sosterrebbe l’autonomia strategica aperta dell’Ue nel settore dell’alluminio, il cui futuro dipende essenzialmente dal suo segmento a valle, e rafforzerebbe il contributo dell’industria al Green Deal aiutando le Pmi dell’Ue, responsabili dal punto di vista ambientale, a svilupparsi e a resistere meglio alla concorrenza internazionale agguerrita e spesso sleale e ad alto contenuto di carbonio”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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