(Teleborsa) – “In questi mesi abbiamo sempre messo avanti il diritto alla salute. Non dimentichiamoci dove eravamo e dove siamo ora. L’Italia mesi fa aveva un numero di limitazioni enorme, oggi possiamo permetterci una serie di aperture e possibilità che prima erano lontane. Continuiamo con gradualità in questo percorso. Non dobbiamo leggere ogni passaggio come la fotografia di un istante. E continuiamo a dire con forza che le libertà ottenute son merito di una campagna vaccinale straordinaria”. È quanto ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza in vista del Consiglio dei ministri convocato per le 17 di oggi. Sul tavolo il decreto sull’aumento della capienza dei luoghi di cultura e spettacolo – teatri e cinema in primis –, impianti sportivi e, dopo il parere del Cts, la riapertura delle discoteche con utenza limitata al 35%.
In attesa delle disposizioni definitive tra gli operatori del settore c’è fermento. L’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo con una lettera aperta al presidente del consiglio Mario Draghi ha lanciato un appello sottolineando “l’assoluta necessità di ripristinare, nel prossimo Consiglio dei ministri, la piena capienza, al 100%, delle sale teatrali e cinematografiche, fermo restando l’obbligo di green pass e mascherine per gli spettatori, di green pass e tamponi periodici per artisti e tecnici e la sanificazione di tutti gli spazi”. Secondo l’Associazione “un provvedimento che aumentasse solo all’80% la capienza di questi luoghi, mantenendo le regole di distanziamento, servirebbe a poco o, nella maggior parte dei casi, a nulla. La stragrande maggioranza dei cinema e teatri di medie o piccole dimensioni – si legge nella lettera – non aumenterebbe di nulla la propria capienza, impiegando solo energie inutili per tentare vanamente di riorganizzare le piante di questi luoghi”. L’associazione fa, inoltre, presente nell’appello che questa “potrebbe essere per molti teatri e molti cinema, oltre che per molti lavoratori, davvero l’ultima chiamata”.
Dal mondo politico Lega e Fratelli d’Italia si schierano al fianco dei gestori delle discoteche ritenendo la limitazione al 35% della capienza “una presa in giro”. L’ipotesi del 35% nella capienza interna delle discoteche “è impraticabile davanti a settore che ha dato l’anima – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia –. Con queste percentuali non so quante riapriranno. È un comparto che permette a chi ne ha bisogno di avere un secondo lavoro. Gli operatori del mondo della notte si sono messi a disposizione per fare i test, per fare prevenzione e informazione ai ragazzi, è assurdo che non si approfitti di questa disponibilità. Spero che il Consiglio dei ministri provveda a modificare questo 35% che è quasi una presa in giro”. Sulla stessa linea la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Il governo continua a prendere in giro le discoteche, già sul lastrico dopo la chiusura nel corso della stagione estiva. Mi spiegate – ha scritto Meloni in un post su Facebook – come possono rientrare dei costi queste imprese, e i loro lavoratori sopravvivere, con una capienza del 35%? Se l’intenzione è quella di riaprirle per tenerle vuote e farle fallire, ditelo subito”.
A calmare gli animi è intervenuto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri spiegando che quelle varate oggi saranno solo misure transitorie e, se la situazione sanitaria rimarrà stabile, le percentuali delle capienze verranno portate al 100% in tempi brevi. “La cautela serve sempre perché è necessario osservare i numeri dei contagi. Nei prossimi giorni, sicuramente dobbiamo tendere al 100% della capienza, si inizia con quelle attività dove i rischi sono più bassi, ma laddove si utilizza il green pass e c’è un controllo si può arrivare a percentuali più alte, quindi auspico che il 35% delle discoteche possa essere aumentato in termini brevissimi – ha spiegato Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus –. Il Cts ha messo un perimetro anche abbastanza elastico, perché il fatto di poter togliere la mascherina significa già fare un passo avanti, però è chiaro che quel 35% dovrà essere innalzato quanto prima. Osserviamo i numeri per un paio di settimane ancora, ma se continuano così togliamo questo freno a meno e ripartiamo”.