(Teleborsa) – Nel primo semestre del 2021, la raccolta complessiva sul mercato italiano del private equity e venture capital ha registrato una raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre) pari a 2.827 milioni di euro, in aumento del 194% rispetto ai primi sei mesi del 2020. È quanto emerge da un’analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Deals, che evidenzia come le fonti principali della raccolta siano state: fondi pensione e casse di previdenza per il 35%, banche per il 16% e settore pubblico con il 10%. A livello geografico, il 95% dei capitali è provenuto da investitori domestici, mentre con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 42% dei capitali in infrastrutture e il 41% in buyout.
L’ammontare investito è stato pari a 4,5 miliardi di euro, in crescita del 142% rispetto agli 1,9 miliardi del primo semestre del 2020 e dell’81% rispetto al primo semestre del 2019. Il numero di operazioni si è attestato a 253, in crescita del 102% rispetto alla prima parte del 2020 (125 investimenti) e del 52% rispetto al primo semestre del 2019. La ricerca fa emergere che il segmento dell’early stage (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 314% in ammontare (294 milioni di euro) e del 61% per numero di operazioni, 129. Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un aumento del 22% per ammontare, pari a 1,9 miliardi, e del 204% per numero, pari a 70. L’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) ha attratto 299 milioni di euro (contro i 31 milioni del primo semestre del 2020), distribuiti su 23 operazioni (+64%).
Sempre considerando gli investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese prevalgono le aziende con meno di 50 milioni di fatturato (il 72% del totale, 89% nel primo semestre del 2020). Per quanto riguarda la distribuzione settoriale, in termini di numero, nel comparto ICT sono stati realizzati 72 operazioni (28% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 45 (18%) e nel medicale 27 (11%). In termini di distribuzione geografica, il 69% delle 242 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 167 investimenti), il 21% al Centro (51) e il restante 10% al Sud e Isole, che totalizza 24 investimenti.
AIFI e PwC Deals hanno calcolato che nel primo semestre del 2021 sono stati realizzati 43 disinvestimenti, un numero che segna una crescita del 43% rispetto al primo semestre del 2020, quando erano 30, ma ancora inferiore rispetto al dato dello stesso periodo del 2019 (66). L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 697 milioni di euro, contro i 395 milioni del primo semestre del 2020 (+76%). Nella distribuzione dei disinvestimenti per tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali sia in termini di numero, 17, pari al 39% del numero totale, sia di ammontare disinvestito, con il 47% del totale pari a 330 milioni di euro.