(Teleborsa) – Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha commentato le accuse del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di voler consentire di licenziare con un messaggio su whatsapp definendole “pura propaganda anti-impresa”. “Sono certo che sia il ministro del Lavoro Orlando e sia la Sottosegretaria Todde, che ha la delega alle crisi d’impresa, sappiano bene che la legge vigente non prevede questa modalità di licenziamento, ma precise modalità di informazione e confronto con sindacati e lavoratori. Devo dunque dedurne che continuare a parlarne è pura propaganda anti-impresa. Una delle tante narrazioni a fini politici che di fatto non ha alcun fondamento”, ha dichiarato in un’intervista all’Huffington Post.
Sul lavoro, ha aggiunto, “mi limito a constatare che siamo costretti a commentare misure che purtroppo continuiamo ad apprendere dai giornali. Il ministro Orlando dichiara che vuole fare un lavoro comune. Bene. E poi? Annuncia che porterà una bozza in Cdm. Così non va. Se si vuole fare un lavoro comune, il confronto deve precedere l’inoltro al Consiglio dei ministri dei testi dei decreti”. Carlo Bonomi ha successivamente chiarito che la sua intervista non voleva essere un attacco all’esecutivo. “Sono davvero sorpreso che si sia voluto far passare il mio intervento come un attacco al governo – ha dichiarato – Al contrario, come è già avvenuto sui licenziamenti segnaliamo tempestivamente al governo le nostre valutazioni, in modo che anche il presidente del Consiglio ne possa tenere conto. Per rafforzare l’operato del Governo, non certo per boicottarlo”.
“Non posso che registrare che le critiche non sono solo nostre – ha sottolineato il presidente di Confindustria – C’è una diversità di opinioni tra i partiti, e tra gli autori della bozza di decreto e il ministro Giorgetti, che sempre del governo fa parte. Starei al merito: i due autori hanno detto che si ispiravano alla legge Florange francese. Peccato che proprio quella legge nella parte sanzionatoria sia stata smontata dal Consiglio costituzionale transalpino. Al Mise lo sanno benissimo: riproporla in Italia facendo finta di niente è un doppio errore”.