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Kabul, esercito USA al lavoro per ripristinare traffico aereo civile

(Teleborsa) – Ventiquattro ore dopo la presa di Kabul – e di tutto l’Afghanistan – da parte dei Talebani, l’incertezza sulla sicurezza in città e sul destino degli Occidentali e dei residenti che hanno collaborato con loro in questi anni resta massima. Sebbene non siano segnalati scontri armati in città e il portavoce dei talebani abbia smentito che ci siano ripercussioni in atto sulla popolazione, sono migliaia gli afghani che vorrebbero fuggire il prima possibile del Paese. Per questo motivo da ieri l’aeroporto internazionale Hamid Karzai è invaso da civili, i quali rendono difficile agli aerei atterrare o prendere il volo.

L’aeroporto di Kabul è ora sotto la protezione di forze straniere, tra cui migliaia di soldati statunitensi inviati nel Paese per aiutare a portare a termine un’evacuazione frettolosa. Il Pentagono ha detto che tutti i voli, militari o civili, sono stati sospesi e che i marines statunitensi sono al lavoro per proteggere la parte civile dell’aeroporto, con l’aiuto delle truppe turche, e tentare di ripristinare le operazioni.

Almeno 10 persone sono rimaste uccise nel caos all’aeroporto di Kabul, secondo quanto riferisce il canale afghano Tolo News. Nello scalo preso d’assalto sono stati sparati dei colpi e ne è seguita una fuga precipitosa, che ha causato vittime. Il Pentagono ha riferito che le forze statunitensi hanno ucciso due persone armate, mentre altre persone sono morte dopo essere cadute da un aereo militare americano al quale si erano aggrappate dopo il decollo.

Nonostante la crisi del Paese sia appena iniziata e gli sviluppi siano impossibili da prevedere, diversi osservatori temono che l’isolamento che un Paese guidato dai Talebani possa ricevere dalla comunità internazionale avrà un impatto significativo sull’economia di uno Stato già duramente colpito da vent’anni di conflitto. Il PIL dell’Afghanistan è cresciuto in media del 7% all’anno dal 2003, ma i tassi di crescita sono stati in media tra il 2% e il 3% negli ultimi anni e decenni di guerra hanno bloccato lo sviluppo della maggior parte delle industrie nazionali. Il presidente Ghani ha dichiarato nel luglio 2020 che il 90% degli afghani vive al di sotto del livello di povertà stabilito dal governo di due dollari al giorno.

Un report di giugno dello US Congressional Research Service osservava che “le prospettive economiche dell’Afghanistan rimangono incerte, se non negative, alla luce del potenziale calo degli investimenti e dell’impegno negli Stati Uniti e internazionali“, quando le forza armate statunitensi avranno completato il ritiro dal Paese. La rapida e inattesa riconquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani può solamente peggiorare la situazione. Ciò nonostante il Paese sia uno dei più ricchi al mondo per quanto riguarda le risorse naturali: l’United States Geological Survey (USGS) stima che possa contenere 60 milioni di tonnellate di rame, 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, 1,4 milioni di tonnellate di elementi delle terre rare (REE) come il lantanio, cerio, neodimio e vene di alluminio, oro, argento, zinco, mercurio e litio.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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