(Teleborsa) – Le prospettive di un’inflazione fuori controllo sono state lo grande spauracchio dei mercati finanziari nei mesi di maggio, giugno e luglio, nonostante le buone performance messe a segno dalla maggior parte delle Borse globali. Il timore era infatti che i rialzi dei prezzi al consumo non fossero causati da fattori temporanei e che la Federal Reserve si sentisse costretta a inasprire la politica monetaria. Questo scenario non si è ancora verificato e secondo la divisione Wealth Management di è ora la variante Delta a spaventare gli investitori, che sembrano aver accantonato le paure legate a rialzi eccessivi dell’inflazione.
“Normalmente esiste una relazione diretta tra i rendimenti obbligazionari e le aspettative di inflazione. Se ci si aspetta che l’inflazione sia più alta, i rendimenti obbligazionari salgono per riflettere la probabilità di tassi di interesse più alti. Ma è interessante notare che i rendimenti obbligazionari sono diminuiti dopo il picco ad aprile”, ha affermato Xian Chan, Chief Investment Officer della divisione.
“Anche quando si analizza la volatilità del mercato azionario, si può notare che l’S&P 500 ha continuato a salire di mese in mese da gennaio, nonostante le preoccupazioni sull’inflazione. Anche maggio e giugno, quando i timori di inflazione erano più alti, hanno prodotto rendimenti positivi”, ha sottolineato Chan in una nota, aggiungendo che tutto ciò suggerisce che i mercati finanziari non temono più un aumento dell’inflazione.
Il banchiere ha specificato che ciò non significa necessariamente che gli investitori non saranno “spaventati” dai messaggi sulle intenzioni della FED di ridurre il proprio programma di allentamento quantitativo, ma ha affermato che la banca centrale americana ha finora gestito le sue comunicazioni “abbastanza bene”. “I mercati sono ora più concentrati sullo stato di avanzamento del Covid, e in particolare sulla diffusione della variante Delta”, ha concluso.