(Teleborsa) – Le preoccupazioni per una potenziale battuta d’arresto della crescita globale e per il calo delle spinte inflazionistiche – a causa del diffondersi della variante Delta del coronavirus – potrebbero ridurre la pressione su alcune banche centrali dei Paesi emergenti. Ad affermarlo è un report di S&P Global Ratings, il quale osserva che quattro dei 16 principali Paesi emergenti hanno aumentato i tassi di interesse durante lo scorso mese (Brasile, Cile, Messico e Russia).
In America Latina l’agenzia di rating si aspetta che la normalizzazione della politica monetaria continui nei prossimi mesi, e che i Paesi che non hanno iniziato ad aumentare i tassi, come la Colombia, inizino a farlo già a partire dalla prossima riunione del 30 agosto. La banca centrale del Brasile si distingue invece per andare oltre la normalizzazione e verso l’inasprimento delle condizioni monetarie. La situazione è però diversa in altri paesi emergenti. In Russia, per esempio, i segni di un potenziale rallentamento dell’inflazione e della crescita, potrebbero significare che la fine del ciclo di inasprimento è vicina. In diverse economie asiatiche esiste persino la possibilità di un allentamento monetario, visto il forte impatto della variante Delta.
La variante Delta sta infatti innescando nuove restrizioni sui viaggi in tutto il mondo, causando un’altra battuta d’arresto al settore del turismo, fondamentale per molti mercati emergenti. Secondo i calcoli di S&P, in alcuni casi i flussi turistici da inizio anno sono addirittura più deboli rispetto al 2020 e l’Asia è la più colpita tra i Paesi emergenti: molti dei confini nell’area sono chiusi ai viaggi internazionali mentre diversi Paesi combattono con record di nuovi casi giornalieri di Covid-19. Sebbene l’impatto sul PIL delle restrizioni alla mobilità sia oggi meno grave rispetto alle precedenti ondate di coronavirus, nuove chiusure in diversi Paesi emergenti minacciano inoltre di far deragliare ancora una volta la ripresa economica globale.