(Teleborsa) – La somma di bassi livelli di inventario e bassi tassi ipotecari (che stimolano la domanda di abitazioni) ha causato un aumento dei prezzi medi di vendita per le case unifamiliari statunitensi del 22,9% in un anno. Nel secondo trimestre, il prezzo medio di vendita è arrivato a 357.900 dollari, in aumento di 66.800 dollari rispetto a un anno prima, secondo la National Association of Realtors (l’associazione degli agenti immobiliari degli Stati Uniti).
Aumenti dei prezzi sono stati registrati in tutti tranne uno dei 183 mercati oggetti della ricerca. Inoltre, il 94% delle 183 aree metropolitane ha visto aumenti dei prezzi a due cifre (89% nel primo trimestre del 2021). Tutte le regioni hanno registrato una crescita dei prezzi a due cifre su base annua, con al primo posto il Nordest (21,8%), seguito dal Sud (21%), dall’Ovest (20,9%) e dal Midwest (17,1%).
“I rialzi dei prezzi delle case e il conseguente accumulo di ricchezza immobiliare sono stati spettacolari nell’ultimo anno, ma è improbabile che si ripetano nel 2022 – ha affermato Lawrence Yun, capo economista della NAR – Ci sono segnali di una maggiore offerta che raggiunge il mercato e di una riduzione della domanda. Il mercato immobiliare sembra passare da “super caldo” a “caldo” con aumenti di prezzo notevolmente più contenuti”.