(Teleborsa) – I prezzi del greggio in chiusura di ottava mostrano una timida ripresa, dopo il calo registrato nella seduta di venerdì in scia all’aumento inatteso delle scorte di petrolio negli USA. La settimana comunque si avvia a chiudere al ribasso a causa delle preoccupazioni per l’impatto delle restrizioni contro la variante Delta sulla domanda di carburante.
Il Light Crude statunitense scambia a 69,91 dollari al barile e lima lo 0,26%, mentre il Brent registra un lieve incremento dello 0,01% a 71,3 dollari. Entrambi i contratti hanno ceduto più del 6% questa settimana.
“L’andamento dei prezzi che vediamo è in realtà una funzione dello scenario macroeconomico” – ha detto Howie Lee, economista della banca di Singapore Ocbc. “La variante Delta ora ha iniziato a colpire duramente e si nota un’avversione al rischio in diversi mercati, non solo nel mercato petrolifero”, ha aggiunto.
Il Giappone si prepara a espandere le misure d’emergenza, mentre la Cina, il secondo consumatore di greggio al mondo, ha imposto restrizioni in alcune città.
I contagi giornalieri di Covid-19 negli Stati Uniti sono aumentati ai massimi di sei mesi.
Secondo gli analisti di l’aumento dell’offerta Opec+ dovrebbe lasciare comunque il mercato in deficit per il 2021. Nel meeting di metà luglio, il Cartello “allargato” ha raggiunto un compromesso con gli Emirati Arabi Uniti che consentirà a quest’ultimo di incrementare la propria quota di produzione di petrolio.
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