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S&P: emissione di obbligazioni rimane forte, ma 2020 è difficile da battere

(Teleborsa) – L’emissione di obbligazioni globali si contrarrà di circa l’1% nel 2021. Lo sostiene S&P Global Ratings in un nuovo report sul tema, sottolineando che il totale delle emissioni obbligazionarie del secondo trimestre del 2021 si è mantenuto elevato, con condizioni di finanziamento favorevoli per tutte le asset class. “L’elevato totale delle emissioni aggregate dal 2020 rimane difficile da battere, sebbene il totale del 2021 dovrebbe essere ancora storicamente elevato e probabilmente superare il 2019 di un ampio margine”, ha commentato Nick Kraemer, capo di S&P Global Ratings Performance Analytics.

Tra le principali conclusioni del report c’è il fatto che la caccia al rendimento da parte degli investitori ha spinto i bond di grado speculativo, i leveraged loan e le obbligazioni collateralizzate a massimi pluriennali e, in alcuni casi, a totali da record nella prima metà del 2021.

L’emissione totale nella prima metà del 2021 è stata di 4,5 trilioni di dollari, in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2020. La finanza strutturata globale ha registrato il rialzo più grande (+16%), seguita dai servizi finanziari globali (+11%) e dalla finanza pubblica statunitense (+6,3% ). Al contrario, la finanza pubblica internazionale ha chiuso il primo semestre in calo del 2,6% e le società non finanziarie sono scese di circa il 19%. S&P sottolinea che queste stime riguardano solo il debito a lungo termine (scadenze superiori a un anno) ed escludono il debito emesso da organizzazioni sovranazionali.

L’agenzia di rating, nel suo report, evidenzia che persistono le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, che potrebbe provocare un aumento dei tassi di interesse e possibili ricadute in altre regioni. Tuttavia, gli economisti di S&P Global ritengono che il recente balzo dell’inflazione sia in gran parte transitorio e limitato ad alcune componenti. L’inflazione non è una preoccupazione in Europa e i differenziali dei tassi di interesse tra molti Paesi dei mercati emergenti e gli Stati Uniti rimangono al di sotto delle loro medie a lungo termine.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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