(Teleborsa) – “Qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio sanitario: in molte isole greche, inclusa Corfù, la presenza di stranieri risultati positivi è significativa e sta comportando rallentamenti e difficoltà alle autorità sanitarie locali nel reperire alloggi adeguati nei Covid-hotel“. È quanto ha scritto l’Unità di crisi della Farnesina a una società che ha organizzato un viaggio in Grecia, con partenza il 23 luglio, di 400 ragazzi italiani. In queste settimane sono stati diversi i casi di viaggi organizzati all’estero che hanno costretto ragazzi e ragazze minorenni a rimanere, senza che le autorità italiane potessero fare qualcosa, in strutture adibite alla quarante in Paesi esteri.
Nella comunicazione – secondo quanto riporta l’ANSA – si invitano gli organizzatori a informare “anche i familiari dei ragazzi” dei rischi e “dei possibili costi aggiuntivi” legati a questi viaggi. Nel caso in cui il test molecolare o antigenico per l’ingresso in Italia dia risultato positivo non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova.
Soltanto pochi giorni fa la Farnesina aveva raccomandato “di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid-19″.
La richiesta di tamponi all’ingresso – nonostante il green pass che attesti un ciclo di vaccinazione commpleto – da parte di diversi Paesi europei sta scoraggiando gli italiani a partire per l’estero. Secondo Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggio e turismo, nell’ultima settimana si è registrato un calo del 50% delle richieste di prenotazione sia per l’estero che per l’Italia. Oltretutto, gli italiani che avevano deciso di fare le vacanze oltreconfine erano già pochi: sempre secondo i dati della Federazione, il 15% delle prenotazioni.