(Teleborsa) – Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ha affermato che l’utilizzo dello smart working nell’Istituto durante l’emergenza sanitaria “non ha determinato un declino della produttività, che invece è cresciuta del 12,5%”. In occasione di un convengo sul tema “Innovazione e sviluppo delle persone per un servizio migliore ai cittadini”, Tridico ha sottolineato che durante la fase pandemica i volumi di lavorazione dell’INPS sono stati importanti con un afflusso di richieste di Cig circa 20 volte superiore al 2019.
Lo smart working “è una forma di lavoro che deve entrare nella quotidianità di una grande azienda di servizi quale siamo – ha aggiunto – circa il 78% dei dipendenti ha potuto eseguire tutte le attività abitualmente svolte in ufficio. L’efficacia percepita del lavoro è aumentata (42%) o rimasta invariata (47%). Marginale la quota che segnala peggioramenti. Giovani e personale operativo sono i più entusiasti e propensi a continuare a utilizzare forme di lavoro agile. Larga parte associa allo smart working aspetti positivi e vantaggi organizzativi“.
Nel suo intervento Tridico ha parlato anche del ruolo della PA nella ripresa post pandemia. “Nel 2017 il settore pubblico nei paesi OCSE impiegava in media il 17,9% dei lavoratori, in Italia circa il 15%. Dal ’90 in poi l’occupazione si è ridotta. Oggi il pubblico impiego è un fattore di ripartenza. Il PNRR va nella direzione di ricostruire un piano occupazionale nel pubblico impiego”, ha dichiarato. “C’è molto da fare – ha aggiunto – e bisogna ripartire nella crescita dell’occupazione pubblica. Sarebbe uno spreco formare talenti se poi non venissero assorbiti tanto nel pubblico quanto nel privato”.