(Teleborsa) – Maggiore collaborazione tra le aziende del settore, una grossa spinta sugli investimenti tecnologici, regolamentazioni più chiare e condivise. Sono questi i temi condivisi che sono emersi dagli interventi dei CEO di alcune delle più grandi aziende energetiche italiane durante il “B20 – G20 Dialogue on Energy, Climate and Environment”, un evento in cui si è riflettuto sul ruolo significativo che hanno le aziende energetiche nell’affrontare il problema del cambiamento climatico e nel favorire un transizione verso forme di energia meno inquinanti. La cornice era quella del B20, l’Engagement Group che ha l’obiettivo di formulare raccomandazioni di policy indirizzate alla presidenza italiana del G20.
Secondo il CEO di , Francesco Starace, per facilitare la transizione verso l’utilizzo di energia pulita nei prossimi dieci anni serviranno nuove e più avanzate infrastrutture, una supply chain più resiliente, maggiore accordo sui meccanismi di carbon pricing e il supporto della finanza sostenibile. I cambiamenti attesi non saranno però privi di sfide: “nella transizione molte persone avranno problemi a formarsi e trovare un nuovo lavoro, perciò la politica e le aziende avranno un ruolo così importante”, ha sottolineato Starace. Sul carbon princing (strumento che permette di attribuire un valore economico alla CO2 per aiutare le imprese ad adattare le proprie strategie), ha detto che non c’è ancora un allineamento della metodologia e che sarà fondamentale avere uno “standard unico per accelerare la transizione verso un’economia con meno emissioni di CO2”.
Della necessità di meccanismi comuni sulla gestione dell’anidride carbonica ha parlato anche Marco Alverà, CEO di , sottolineando l’importanza di puntare sul CCS, ovvero la cattura e sequestro (o stoccaggio) del diossido di carbonio. Alverà si è detto soddisfatto della collaborazione che sta emergendo tra le aziende del settore energetico nello sviluppo di soluzioni per combattere i cambiamenti climatici, evidenziano che l’apporto principale di Snam riguarderà i biocombustibili. “Avremo un bisogno significativo di biocombustibili e, tra di essi, un prodotto sicuramente non controverso è il biometano – ha detto Alverà – È facilmente trasportabile, immagazzinabile e permette di ridurre le emissioni di CO2. Inoltre, può essere usato nella stessa infrastruttura in cui si usa il metano”.
Claudio Descalzi, CEO di , ha allargato ulteriormente lo sguardo durante il suo intervento, citando i “disastri ambientali, le malattie infettive e incidenti informatici” come le tre maxi-categorie di eventi che potranno mettere in pericolo lo sviluppo globale nei prossimi decenni. “Le tecnologie sono il fattore abilitante, per mitigare i rischi e trovare soluzioni innovative per accelerare la transizione, ma non dobbiamo dimenticarci che le persone devono essere al centro della transizione“, ha detto Descalzi.